di Krizia Celano
Esso sorge negli spazi di un’ex caserma militare, (caserma Cosenz) risalente agli anni immediatamente successivi all’ultimo assedio di Gaeta (1860-61), e non figurante sulle mappe militari di quell’epoca. Intitolata al primo capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano post-unitario, Enrico Cosenz, nativo di Gaeta, servì come alloggiamento dalle origini fino all’ultimo conflitto mondiale, per raggruppamenti di cavalleria: Savoia Cavalleria e Milano Cavalleria. Durante l’ultima guerra ospitò anche la Scuola Allievi Avieri e successivamente reparti del Servizio Costiero. Finalmente il travagliato divenire giunge al termine restituendo a Gaeta una struttura al servizio dei cittadini e la quale consta di 4 livelli: al piano terra si sta definendo il progetto del Museo Demo-etno-antropologico del mare; al primo piano ha sede il Museo del Centro Storico Culturale “Gaeta” con un ampio allestimento modulare che nel corso del tempo potrà raccontare la città di Gaeta attraverso i molteplici reperti esposti; al secondo piano la biblioteca comunale, l’archivio storico e la biblioteca d’interesse locale del Centro Storico Culturale “Gaeta”, danno la possibilità di avere ampi spazi a disposizione per studio, ricerche a carattere locale, oltre alla possibilità di momenti di aggregazione, incontri culturali e attività formative in genere. Il terzo piano ospita l’Istituto Tecnico Superiore Fondazione Caboto che vi ha realizzato aule didattiche e aule polivalenti idonee anche per attività convegnistiche e seminariali al servizio della città.
L’iniziativa è stata presa in esame anche dal primo sindaco di Gaeta ad aver sposato il progetto, Antonio Fronzuto, che ha aperto anche un orizzonte nel favorire l’inserimento dei giovani nel mondo lavorativo.
Un occhio di riguardo, inoltre, và al Museo del Mare al piano terra che è il motore grazie al quale tutto è ripartito. Inoltre, il progetto formativo della Fondazione Caboto si inserisce in pieno nell’iniziativa culturale di costituzione di un Museo del Mare, non ne mortifica i presupposti, non ne indebolisce gli obiettivi.
Gaeta oggi riabbraccia un pezzo della sua storia e lo fa valorizzando il suo patrimonio più prezioso: la cultura. Un’occasione per la crescita del territorio, dei giovani, che sempre più imparano ad amare questa piccola-grande città dalle mille risorse.
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