Il primo film porno con i Google Glass

google glassDoveva succedere. Secondo un noto adagio degli addetti ai lavori, «se una cosa esiste, allora se ne può ricavare del porno», e infatti – gli occhiali cyborg ancora non sono venduti nei negozi – che già l’industria del settore ha girato il primo video con i Google Glass. Il trailer è online, recensito e analizzato sui siti più intellettuali Usa. O anche sulla sempre veloce stampa popolare tedesca, come la Bild. Staring, un protagonista americano del settore, James Deen con l’attrice Andy San Dimas. Con la “regia” di Jesse Adams, il più grande produttore di app porno MiKandi, molto detestato da Steve Jobs. E con la presenza in studio della giornalista Arikia Millikan.

In realtà, Google Glass ha una rigorosa politica no-porn, no-nudo, no-profanity. Regole ancora inasprite di recente, dopo la prima presentazione degli occhiali, tanto che MiKandi ha dovuto rinunciare alla App che stava preparando, Tits and Glass. Però l’imprenditore non si è dato per vinto, perché, dice Adams, «la prima cosa che tutti hanno pensato quando si è parlato di Google Glass è: ovviamente saranno usati per il porno».

Certamente l’ha pensato l’attore James Deen, quando durante un volo ne ha sentito parlare in un servizio della Cnn. Infatti, se sul monoschermo Google non possono fluttuare immagini porno, niente vieta di usare gli occhiali per filmarsi. E allora, tutto il gruppetto si è ritrovato in un appartamento a Los Angeles. I due attori, un cameraman, la giornalista e l’imprenditore hi-tech, che poi sono quelli che hanno fornito gli attrezzi (le due paia di occhiali, non essendo queste in commercio). Uno script minimo. L’uso (pare anche come funzione narrativa, visto che per ora si è visto solo il trailer) della tecnologia: la visione ai raggi x di Google Glass serve a “spogliare” il partner ancora vestito.

I due attori alla fine delle riprese, racconta la giornalista Millikan, non erano del tutto convinti. Lei però di ritorno a casa, e rimessasi in fronte i propri occhiali, quelli indossati dall’attrice Andy, ha improvvisamente capito di aver immagazzinato tutto ciò che lei aveva visto. E non se l’è lasciato sfuggire, scrivendo un articolo piuttosto esplicito «I banged James Deen #throughGlass». «Il porno professionale è qui – scrive Huffington Post – e non c’è nulla che Google possa fare». O che possa fermare la (probabile) alluvione di video destinati a invaderci o le infinite discussioni su quanto reale e virtuale siano destinate a contagiarsi.

fonte: www.corriere.it

Gestione cookie