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Il Rabbino Capo di Roma in visita a Gaeta

Nel pomeriggio di martedì 28 novembre il Rabbino Capo di Roma, dott. Riccardo Di Segni, visiterà la città di Gaeta, con due momenti solenni: alle 15:30, presso Porta Carlo V, il ricordo-omaggio, davanti alla targa che ricorda l’imbarco verso Israele, nell’immediato dopoguerra, di tremila ebrei, dell’amicizia fraterna con i gaetani che resero possibile quei viaggi, in un doloroso momento della storia del novecento, ferita ancora aperta. Alle ore 16, presso il Salone parrocchiale di Santo Stefano, in via dei Frassini, accolti dalla comunità parrocchiale promotrice dell’evento, gli interventi del Rabbino Capo di Roma, Di Segni, l’Arcivescovo di Gaeta, Luigi Vari, e il Parroco di Santo Stefano, don Stefano Castaldi.

«L’evento della Visita del Rabbino Capo di Roma – ha spiegato don Stefano Castaldi – nasce due anni fa. Organizzammo a Gaeta un incontro di amicizia tra la Comunità di Santo Stefano ed alcuni esponenti della comunità ebraica di Roma, per ricordare la Shoah. Con il Servizio culturale parrocchiale “Incontriamoci”, che nacque in quell’occasione, eravamo consapevoli della perenne attualità del monito della Chiesa lanciato nel Concilio: “La Chiesa… memore del patrimonio che essa ha in comune con gli ebrei… deplora gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell’antisemitismo dirette contro gli ebrei in ogni tempo e da chiunque”» (“Nostra aetate”). Da questo primo incontro sono seguite molteplici altre attività culturali, segno della fecondità della relazione di amicizia con la Comunità ebraica romana: un corso di lingua e cultura ebraica ed alcune conferenze su temi culturali e biblici ospitati a Santo Stefano con la presenza di amici e professionisti ebrei, e la visita della comunità di santo Stefano, nell’aprile del 2016, alla Sinagoga di Roma dove avvenne il primo incontro con il Rabbino Capo Di Segni. La sua visita a Gaeta è, dunque, uno scambio di amicizia ed il riconoscimento di un patrimonio storico e spirituale che ci unisce. La comunità ebraica di Roma, la più antica di Roma, ricorda la matrice fondativa del cristianesimo e la visita del dott Di Segni rende ancora più solido il fondamento ebraico della nostra realtà cristiana. È questo il tempo della conoscenza reciproca che solo rende possibile il rispetto e, di più, il riconoscimento del valore che l’altro è ed ha. Per ricordare le origini comuni, per raccontare gli eventi accaduti, per costruire il presente di pace.

redazione

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