La storia comincia con l’adozione il 28 Luglio 2014 di un provvedimento della Provincia di Latina, Settore Politiche della Scuola, che decide di trasferire la sede e le attività didattiche dell’Istituto Fermi da Piazza Trieste nella struttura di Calegna.
Circa 33 tra docenti e genitori dell’Istituto Fermi, tramite gli Avvocati Antonio Contini e Giovanni Di Bernardo, impugnano il provvedimento adottato dalla Provincia, ottenendo nel mese di agosto la sospensione cautelare dello stesso e viene fissata la camera di consiglio per la decisione definitiva all’11 settembre scorso.
Si costituiscono nel giudizio 133 tra docenti e genitori dell’Istituto Caboto rappresentati dall’Avv.to Sisto Manzi, la Provincia di Latina, tramite l’Avvocato Tony De Simone, l’Avvocatura Generale dello Stato . L’udienza viene rinviata al 9 ottobre per problemi procedurali ed nella camera di Consiglio il Tar di Latina, in composizione collegiale Presidente estensore Dott. Davide Soricelli, respinge il ricorso presentato dalla comunità del “Fermi” accogliendo le istanze e le rimostranze presentate dalla comunità del “Caboto, ritenendo legittimo il provvedimento della Provincia di Latina e stabilendo che la soluzione adottata “ realizza il miglior bilanciamento degli interessi coinvolti, permettendo l’ordinato svolgimento dell’attività didattica di tutti gli istituti interessati” ( in neretto si è trascritta pedissequamente la parte sostanziale dell’ordinanza del Tar).
Questo è quanto deciso e pertanto si prospetta un trasferimento della sede e delle attività didattiche dell’istituto “Fermi” presso la sede di “Calegna”.
Si doveva arrivare a questo punto? Doveva essere un Giudice a decidere la sorte dei due istituti “Fermi” e “Caboto”?
Il problema è sotto gli occhi di tutti da anni.
Forse una migliore programmazione ed una maggiore sensibilità verso problematiche segnalate da tempo avrebbe potuto evitare questo epilogo.
fonte: comunicato stampa