Il Teatro d’autore è di scena ad Aprilia

Di Orazio Ruggieri.

APRILIA – Nell’ambito della stagione teatrale 2017-2018, curata da ATCL (Associazione Teatrale tra i Comuni del Lazio) , in collaborazione con il comune di Aprilia e il Teatro Finestra, venerdì 12 Gennaio, con inizio alle ore 21.00, presso il teatro “Europa”, ad Aprilia, è in programma lo spettacolo “7 14 21 28”, di Flavia Mastrella e Antonio Rezza, con Antonio Rezza e con Ivan Bellavista. Contornano e supportano i protagonisti l’Habitat di Flavia Mastrella, l’assistente alla creazione Massimo Camilli, il disegno luci Mattia Vigo e il consulente tecnico Daria Grispino per una produzione RezzaMastrella – Fondazione Teatro Piemonte Europa – TSI La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello. La particolarità dello spettacolo si coglie già nei tratti forti della recensione diramata dagli stessi autori, laddove si legge espressamente “ Civiltà numeriche a confronto. La sconfitta definitiva del significato. Malesseri in doppia cifra che si moltiplicano fino a trasalire: siamo a pochi salti di distanza dalla sottrazione che ci fa sparire. Oscillazioni e tentennamenti in ideogramma mobile”. Per “introdurre” lo spettatore “in medias res” la storia del copione parla di “un paese allo sbando dove un Uomo è affascinato dallo spazio che diventa numero. La particella catastale dell’ingegno porta l’essere animato a fondersi con la civiltà numerica al declino. Una donna bianca, vestita di rete e di illusione, rimpiange il tempo degli inizi, quando l’amore è solo affanno e poco ancora. Il non senso civico sfugge a chi governa come bestie questo ammasso di carne alla malora. Si vota con la gola gonfia delle urla di chi ha votato prima, ci si lascia sovrastare dall’istituzione che detta convenzione e cancella dignità. Il sollevatore di pesi solleva se stesso e la famiglia organizzata che sputa fiato su ogni collo alla deriva. Intanto la cultura si finanzia con i soldi del padrone: il servilismo non ha dote. Seduti nell’alto dei cieli ad aspettare il Dio mozzo che ci ha fatto a pezzi. E finalmente i numeri a rendere lo spazio fallace, in balia della cifra che lo schiaccia. Costretto a ragionare non per logica ma per sottrazione, l’uomo è improvvisamente migliore: sotto di lui non c’è la terra che lo seppellirà ma la tabella di uno spazio mai così confuso. Che poi si ride è un problema legato alla mercificazione della pelle macellata. In questo gioco macabro e perverso si affaccia la fiaba allucinata: altro che felici e contenti, qui la nevrosi insegue il capriolo: uno che scappa e l’altro che corre con due gambe che non ne fanno una. Fossimo zoppi faremmo più paura. Poi esplodono l’Escalation e il Tentennamento. Improvvisamente cessa il legame con il passato: corde, reti e lacci tengono in piedi la situazione. Si gioca alla vita in un ideogramma. Il tratto, tradotto in tre dimensioni, sviluppa volumi triangolari diretti verso l’alto che coesistono con linee orizzontali: ma in verticale si muove solo l’uomo. Il rosso sanguigno della seta brillante rende inquieta l’atmosfera e accoglie l’uomo urlante e stremato che incede, comico suo malgrado, verso le trappole di un ordine precostituito. L’ideogramma, di ispirazione cinese, è scritto con oggetti a noi familiari durante l’infanzia…… la scultura sprigiona metafora……… ed è proprio la metafora a tenere insieme anche la storia. Il compagno di gioco affianca l’inconsapevole eterno bambino che –conclude la recensione di Flavia Mastrella- è costretto a cedere a una realtà biologica e numerica che lo spinge inevitabilmente dove il vigore del suo tempo vuole”. Dal canto suo, Antonio Rezza, sottolinea il “Salto in gola: Salti in lato e sui contorni: perdita del significato residuo e parola alle cifre dello sterminio. Inutile pensare a chi moriva ieri quando lo sterminio è in pieno corso. Lo spazio è come un numero, per chi si vuole perdere, per chi rinuncia al filo del discorso che è lo stesso filo che ti impicca. Il corpo si è dato alla gola che raschia ormai nell’intimo. Il fianco duole ancora per una nuova ed eterna alleanza. Qui non si racconta la storiella della buona notte, qui si porge l’altro fianco. Che non è la guancia di chi ha la faccia come il culo sotto. Il fianco non significa se non è trafitto. Con la gola secca e il corpo in avaria si emette un altro suono. Fine delle parole. Inizio della danza macabra”. Info: Teatro Europa Corso Papa Giovanni XXIII, 32 – Aprilia. Ingresso da € 20 intero a € 11 ridotto. info 06.97650344/335.8059019/06.9275019 info@teatroeuropadiaprilia.com www.teatroeuropadiaprilia.com

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