“L’esito del consiglio comunale di Gaeta che aveva all’odg l’atto di indirizzo per il rilascio delle concessioni relative all’itticoltura non ci lascia stupefatti. Tutto come da copione.
A dodici anni dall’istituzione dell’area sensibile del Golfo di Gaeta la politica del rinvio ha ancora una volta il sopravvento.
Assodato a scanso di equivoci che nessuno vuole affossare un comparto produttivo della città, ci chiediamo se quanto deliberato non sia un altro espediente per prendere tempo e sperare in tempi migliori (prossime elezioni regionali).
Per chiarezza in tutta questa vicenda che ha origini nei primi anni del duemila emerge con evidenza l’assoluta mancanza di volontà ad affrontare da parte delle varie amministrazioni comunali la questione.
Ripercorriamo brevemente la storia.
Nel 2006 fu firmato un verbale di intesa tra la Regione, la Provincia, l’Autorità portuale, i comuni di Formia e Gaeta e i rappresentanti di categoria degli itticoltori, che al punto B del dispositivo recitava che si sarebbe provveduto al posizionamento offshore di impianti per un periodo di sperimentazione finalizzato a sostituire le tecnologie esistenti.
Successivamente, nel regolamento regionale del 2009 che disciplinava il rilascio delle concessioni veniva stabilito per il Golfo di Gaeta che le suddette concessioni non erano rinnovabili e alla scadenza del termine di tre anni le stesse potevano essere rinnovate nei siti individuati off shore e già assegnati per effettuare la sperimentazione degli allevamenti ittici.
Nel 2010 la delibera di istituzione dell’area sensibile le delocalizzava off shore.
Perchè questa ricostruzione? Per rimarcare che è da tempo che per il tramite della sperimentazione, mai attuata, si lascia tutto com’era.
Dove è stato il Comune di Gaeta in tutti questi anni? Il Sindaco del 2006, firmatario del verbale di intesa, è attuale membro della maggioranza.
Se si aveva realmente a cuore l’oro blu, come lo chiama l’attuale Sindaco, avrebbero dovuto da tempo avviare un tavolo per una corretta delocalizzazione.
Se ne sono ricordati solo in zona cesarini.
Non siete credibili o non avete lo sguardo lungo necessario al governo del territorio!
Con la carta vocazionale della Regione viene meno qualsiasi ipotesi di sperimentazione, perché i siti proposti sono idonei alle attività di itticoltura.
Non nascondete dietro fantomatici tavoli la vostra ignavia nell’affrontare un problema più che decennale.
Sicuramente non c’è risoluzione definitiva immediata ma il disinquinamento del Golfo richiede passi in avanti decisi e non si possono ulteriormente tollerare posizioni ambigue o solo di facciata .
Questo riguarda tutti , nessuno escluso.”
Cos in una nota l’Associazione ecologista “La Barba di Giove”
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