Il consigliere comunale del Partito Democratico di Minturno, Gerardo Stefanelli, interviene nuovamente sulla questione dell’impianto di mitilicoltura a Monte d’Oro di Scauri, dopo aver coinvolto il consigliere regionale Enrico Forte e il vicepresidente della Provincia di Latina Giovanni Bernasconi.
“Occorre muoversi immediatamente – dichiara Stefanelli – per evitare che questo impianto venga autorizzato dalla Regione Lazio, in quanto il pericolo che ciò avvenga è assai concreto: l’area indicata infatti ricade fuori dall’area sensibile e quindi teoricamente è idonea ad ospitare un impianto del genere. Tocca ora agli enti locali interessati, ciascuno per la sua fetta di competenza, dimostrare che ‘di fatto’ quell’area non è idonea. Per fare ciò occorre impostare una valutazione ambientale complessiva che tenga conto delle condizioni di antropizzazione che gravano già sull’interno Golfo di Gaeta.
Il documento inviato al Comune di Minturno è infatti una sola valutazione di incidenza di quell’impianto singolo, rispetto alla zona di protezione speciale del Monte d’Oro. Per scongiurare il rischio di veder realizzato questo impianto occorre allargare la sfera di valutazione a tutto il golfo di Gaeta. Tra le altre cose, l’impianto è già di per sé molto vasto e impattante. Si tratta di 305mila metri quadrati che saranno posizionati a soli 2,5 km dalla costa. Ingombrerà un bel tratto di mare per circa un chilometro di lunghezza. E i primi pericoli si leggono già nel documento regionale: qui si afferma infatti che le correnti marine non sono favorevoli al trasporto dei residui organici prodotti dall’allevamento verso la costa. E qui ci sorge la prima domanda: dove verranno trasportati? Non c’è nessuna ipotesi in proposito. Inoltre non esistono studi correntometrici recenti. La seconda riflessione riguarda il fatto che nella relazione non vi sono valutazioni di capacità portante, cioè su quanti mitili possono essere allevati in quell’area sulla base delle capacità di filtrazione.
Ancora, poco chiara appare anche la frase che dice “l’impianto determinerà in prossimità dello stesso ‘accumulo di deiezioni, miti/i morti e/o gusci vuoti, eventuali residui di lavorazione’”. Cosa significa? Che il fondale si trasformerà in un cimitero di gusci e deiezioni che per la loro natura e quantità non potranno essere completamente decomposte? Inoltre subito dopo altri due capoversi sono rivolti al recupero del materiale di scarto.
Come si può ben capire ci sono diversi campanelli di allarme che impongono un’azione immediata delle Istituzioni preposte alla tutela del territorio. Occorre agire non soltanto politicamente manifestando il proprio dissenso ma anche e soprattutto tecnicamente per far valere le proprie argomentazioni sul tavolo del procedimento amministrativo che la Regione ha avviato e di cui fino ad oggi l’amministrazione comunale dichiara di non aver avuto conoscenza.
Sicuramente un ruolo importante lo potrà svolgere il servizio ambiente della Provincia di Latina che ha i dati scientifici e la preparazione tecnica e l’esperienza professionale per fare una valutazione complessiva della situazione del Golfo di Gaeta. In questo senso ho già interessato tali uffici e gli organi politico della Provincia per avere il supporto necessario a tutelare il nostro territorio. Auspico che anche i rappresentanti delle altre amministrazioni comunali che insistono sul golfo di Gaeta facciano sentire la loro voce”.
Stefanelli ha già avuto un contatto con l’assessore del Comune di Formia, Eleonora Zangrillo, che ha accolto di buon grado le richieste del consigliere del PD minturnese.
“E’ necessario fare squadra – dichiara la Zangrillo – e coinvolgere anche il Comune di Gaeta. Il tema coinvolge il turismo locale, la tutela ambientale e la salute del nostro mare. Dobbiamo essere uniti e questo argomento è il primo passo importante per essere finalmente uniti in una battaglia comune. Sosteniamo con forza le richieste di Stefanelli”.