Una lunga vicenda giudiziaria che ha visto dopo 6 anni finalmente conclusasi con Sentenza di accoglimento.
È quanto accaduto ad un noto imprenditore locale che si rivolgeva allo studio Legale Redivo nell’anno 2014. Nella specie, il titolare di un supermercato, nel lontano 2013 richiedeva ad Enel Energia un aumento di potenza elettrica per consentire il funzionamento contemporaneo dell’ampio supermercato e di un complesso di macchinari all’avanguardia per il taglio e confezionamento di carni e salumi.
Nonostante un investimento imponente ed ampiamente documentato e nonostante decine di solleciti, in tutti i modi possibili ed immaginabili, l’aumento di potenza elettrica veniva eseguita da Enel con oltre 1 anno di ritardo, durante il quale l’intero complesso di macchinari restava letteralmente inutilizzabile, fermo con ogni conseguente svalutazione e perdite di numerosi affari.
‘Un anno infernale’, confida il titolare ‘Non potevamo attaccare nessuno dei macchinari perché dopo qualche istante il contatore saltava ed isolava tutto il supermercato. Una causa lunga, complessa ed articolata, con un fascicolo documentale di centinaia e centinaia di pagine, due perizie di parte, prove testimoniali ed una Consulenza Tecnica d’Ufficio durata circa un anno.
In particolare, evidenziava il Perito nominato dal Tribunale come risultavano corrette le contestazioni mosse dall’imprenditore ed assolutamente non accoglibili le deduzioni difensive di Enel la quale, addirittura, riteneva che il cambio di potenza richiesto fosse una mera formalità amministrativa e che pertanto l’utente finale potesse comunque ed in ogni caso prelevare anche potenze oltre soglia senza problematiche di sorta.
Il difensore dell’Imprenditore depositava pertanto una nota conclusionale di oltre 30 pagine in cui contestava, voce per voce, tutte le avverse difese ed in motivi di non accoglibilità delle opposte eccezioni: singolare, a titolo esemplificativo, appariva che in nessuna delle fatture di energia elettrica, tutte depositate integralmente, vi fosse un solo centesimo di euro imputato a “costo per prelievo oltre-soglia” o similari.
Il tribunale civile di Roma, VIII sez. Civile ha emesso il 15 settembre 2020 una sentenza di accoglimento delle contestazioni articolate dal legale dell’imprenditore danneggiato, ottenendo la somma risarcitoria complessiva, per lucro cessante e danno emergente, di euro 250.000 circa.
Sebbene la domanda azionata fosse di importi superiori, si otteneva così una pronuncia importante e di ampia soddisfazione per il Cliente il quale vede in larga parte soddisfatte le proprie ragioni con un importo significativo che gli consente così finalmente di rilanciare la propria attività commerciale.
Studio legale – Avv. Bruno Redivo
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