Nuovo episodio nella battaglia giudiziaria del contestato decreto commissariale 156 della Regione Campania, secondo il quale una commissione valuterà chi può scegliersi il chirurgo in altra regione e restare a carico del servizio sanitario.
Una misura, prevista dalla finanziaria regionale del 2012, nonché dal Consiglio dei ministri, con cui si punta ad arginare la fuga dei pazienti che ogni anno costa alla Campania 400 milioni.
Quattro le regioni che non potranno accogliere direttamente i cittadini campani: Lazio, Molise, Puglia e Basilicata.
Dopo quasi un anno di ricorsi, la giunta Caldoro ha incassato il via libera dal Consiglio di Stato, che ha ribaltato quanto stabilito a giugno dal Tar Campania.
Lo scorso giugno, infatti, il Tar della Campania ha bocciato e annullato il decreto 156, accogliendo il ricorso presentato dalla clinica Casa del Sole di Formia e dall’ Aiop Lazio.
D’ ora in poi, dunque, per cinque categorie chirurgiche fuori dalla Campania servirà un’autorizzazione preventiva: interventi sulla retina, sul cristallino (con o senza vitrectomia), sulle strutture intraoculari (eccetto retina, iride e cristallino), malattie e disturbi dell’ apparato muscolo-scheletrico e connettivo, interventi sul ginocchio senza diagnosi principale di infezione.
Ma le cliniche non mollano, prossimo passo il ricorso alla Corte Europea.