“Diciamo grazie a tutti. Formia è la città dell’integrazione”. Poi si ferma e sorride. “Magari, tra vent’anni, mi candido a Sindaco”. Ibrahima Sanou, per tutti Ibra, è un ragazzo ivoriano, giunto in Italia con domanda di asilo. E’ a Formia da due anni e parla l’italiano meglio di molti nostri connazionali. Viste le straordinarie doti di comunicatore, ha iniziato a lavorare col Gruppo Umana Solidarietà ed oggi è un mediatore culturale di grande efficacia, tra i principali artefici di “Scuola e Volontariato”, il progetto diretto alle scuole di Formia promosso dal Centro di Servizio per il Volontariato del Lazio Cesv e Spes, con il patrocinio del Comune di Formia e la collaborazione di forze dell’ordine e associazioni.
Questa mattina l’evento finale in Piazza Marconi davanti ad un folto pubblico. Presente il Sindaco Sandro Bartolomeo, gli Assessori Gianni D’Angiò e Maria Rita Manzo, il Capitano della Compagnia di Formia dei Carabinieri David Pirrera, il Dirigente del Commissariato di Polizia Paolo Di Francia, la sezione Unità Cinofile della Guardia di Finanza. E ancora: i Vigili del Fuoco, la Croce Rossa, il Ver Sud Pontino, tutte le sigle associative che hanno partecipato al progetto: “Unitalia onlus”, “L’Approdo”, “Insieme Immigrati in Italia” e don Luigi Merola, il parroco anticamorra fondatore della comunità “A’ voce de’ creature”. Naturalmente, c’erano gli operatori del GUS e i ragazzi stranieri ospiti a Formia del progetto di accoglienza riservato alle persone richiedenti protezione internazionale.
Sul palco gli alunni della “Dante Alighieri” ballano e cantano canzoni italiane, francesi, inglesi e africane. Tra un’esibizione ed un’altra parte il grido: “Ibra, Ibra”. Non è un calciatore, è la dimostrazione che si può fare, che si può lavorare per l’integrazione e ottenere risultati. Basta conoscersi, parlarsi, divertirsi e insieme scoprire che non siamo poi così diversi. Al ritmo della musica balla Fatima, due anni. Poco più in là, tra le braccia di una volontaria, c’è la piccola Zainab, otto mesi, la prima bambina nata a Formia da genitori richiedenti asilo. Mamma e papà hanno voluto darle “Marzia” come secondo nome, in onore dell’operatrice del GUS che li ha accolti e presi in cura a Formia.
La festa conclude il progetto che durante l’anno scolastico ha avuto come destinatari i ragazzi di diversi Istituti scolastici di Formia (Liceo Classico “Vitruvio Pollione”; Istituto comprensivo “Dante Alighieri”, Istituto comprensivo “Pasquale Mattej”, Istituto comprensivo “Vitruvio Pollione”, Istituto tecnico economico statale “Gaetano Filangieri”), chiamati a riflettere su temi importanti come la sicurezza stradale, la prevenzione contro l’uso di droghe ed alcol e l’integrazione del diverso.
“L’immigrazione è come una grande onda del mare – ha commentato il primo cittadino -. Puoi limitarne la forza dirompente ma non pensare di bloccarla. L’esperienza di accoglienza che abbiamo sperimentato a Formia testimonia che ci sono le condizioni per affrontare nel modo più equo ed efficace i fenomeni di migrazione. Il dialogo è una risorsa se supportato da una condizione di regole condivise. Il resto lo fa la cultura, il lavoro che si fa con i ragazzi perché siano pronti ad affrontare le sfide del mondo con la mente sempre più aperta e disponibile al cambiamento”.
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