Da sempre, la contrapposizione tra città e campagna è un argomento dal confine netto, preciso e delineato: il primo come luogo in cui vivere, lavorare, il secondo come luogo in cui coltivare, rilassarsi e rigenerarsi.
Oggi, tuttavia, la tendenza è quella di superare questo distacco netto e dare vita a una sorta di “integrazione” tra le due: da qui che nasce il concetto di “orti urbani”.
Già il nome sembrerebbe un ossimoro: come può un orto svilupparsi all’interno di un centro abitato, dove al massimo siamo abituati a vedere ortaggi confezionati all’interno delle sterili vaschette dei supermercati?
Un orto urbano non è altro che uno spazio verde ritagliato all’interno della città, che il Comune mette a disposizione per un periodo di tempo definito e dietro un simbolico canone e, ad un numero di cittadini, solitamente non agricoltori professionisti, che hanno così la possibilità (e il privilegio), di investire il proprio tempo libero nella coltivazione di frutta, ortaggi e fiori per il proprio fabbisogno personale.
I vantaggi che ne derivano sono decisamente notevoli e vanno dal più semplice risparmio economico del privato, al decoro urbano garantito alla collettività, passando dalla conoscenza della terra, dei suoi frutti e della loro stagionalità fino alla non ultima necessità impellente di sapere cosa mettiamo a tavola e da dove deriva. Tutto questo risponde pienamente all’attuale esigenza di verde che le nostre città, esasperate dalla passata cementificazione, richiedono: non più il semplice alberello ornamentale piantato o il parco-museo ma un verde generatore che ci educa alla sua tutela, ai suoi tempi e alla sua cura e ci premia, a tavola, con i suoi frutti. Un esempio di conservazione e tutela, insomma, non solo del verde e delle sue qualità meramente estetiche ma anche dei gesti e di tutti quegli antichi saperi legati all’agricoltura.
Esperto in materia è lo Studio Tecnico Conte, con sede a Itri, che si è occupato della progettazione e della direzione lavori di alcuni orti urbani nel centro di Norma (LT), con il supporto di Andrea Dell’Omo, assessore comunale alle Attività Produttive nel 2014.
Il geometra Antonio Conte, affiancato dall’ingegner Giorgio Sinapi, ha seguito i lavori nei minimi dettagli documentando ogni singola fase del progetto attraverso foto e video: “Eravamo entusiasti di poter metterci alla prova in questo tipo di intervento. Ci tenemmo, inoltre, a stare attenti all’uso di materiali del luogo per non ‘snaturare’ il concetto di ‘chilometro zero’: la sistemazione del terreno è stata effettuata mediante la realizzazione di palificate vive in legno con all’interno talee e arbusti autoctoni provenienti dal Vivaio del Parco dei Monti Aurunci“, così Antonio Conte. “Da poco abbiamo avuto modo di verificare personalmente come l’idea dell’amministrazione comunale di Norma è stata vincente e vedere oggi, quegli orti coltivati e funzionali ci riempie di orgoglio, perché poi il nostro mestiere è anche un pò questo: coltivare un progetto e vederne godere dei suoi frutti“.