In seguito all’azione degli ultimi anni dei cittadini e dei comitati in difesa della salute pubblica anche la Commissione Urbanistica del Comune di Latina continua il suo percorso per arrivare all’approvazione del regolamento in materia di produzione di energia in zona agricola.
Si è discusso ieri in commissione presieduta dal Consigliere Raimondo Tiero il regolamento per le centrali a Biogas. Il documento presentato è stato redatto dal Servizio Edilizia Pubblica e Privata in recepimento della Delibera di Giunta Comunale 499/2014 del 29/09/2014 con la quale l’amministrazione intende adottare misure di salvaguardia per l’ambiente e per la salute dei cittadini.
E’ emersa in commissione la volontà di approvare il documento nella prossima seduta tra sette giorni, previa valutazione delle indicazioni e delle proposte/suggerimenti dei cittadini. Nel caso specifico i rappresentanti del Comitato NO Biogas Latina, presenti all’incontro, si sono resi disponibili a fornire tali indicazioni.
Ringraziamo il Presidente e la Commissione tutta per averci fatto partecipi e aver concesso a noi cittadini l’opportunità di rendersi utili fornendo ulteriori elementi che andranno ad integrare quanto già di buono impostato. Siamo certi che il Comune di Latina stia riprendendo la sua attività di controllo, programmazione e tutela del territorio per la tutela della qualità agricola, dell’ambiente e della salute dei cittadini contrastando così possibili aggressioni a carattere speculativo del territorio.
Come cittadini chiediamo che gli impianti siano ad una distanza di sicurezza dalle scuole, chiese ed abitazioni a non meno di 5 Km. Chiediamo che gli impianti in zona agricola siano veramente adeguati all’azienda esistente, come prevede la norma urbanistica, altrimenti devono essere realizzati in zona industriale. Chiediamo altresì che l’assetto viario sia idoneo al transito degli innumerevoli mezzi pesanti che conferiscono le biomasse in questi impianti!!
In ogni caso tutti gli impianti devono essere adeguatamente censiti. Devono essere approvati solo quelli che possono essere controllati e devono rispettare non solo le norme sanitarie ma anche il principio di precauzione per evitare che le micro particelle prodotte dalla combustione non vengano immesse in atmosfera creando danni enormi per la salute dell’uomo.
Ci deve essere un piano regolatore che non permetta di spargere i residui della lavorazione (il famoso digestato) in maniera indiscriminata sui terreni a cielo aperto. Deve essere contestualmente approvata la variante urbanistica per gli impianti a rischio di incidente rilevante (quelli che appunto usano anche gas per produrre energia) della direttiva Seveso.
Poi ci deve essere l’obbligo della bonifica a fine ciclo dell’impianto e la garanzia del ripristino post-mortem dei luoghi con reali fideiussioni bancarie che garantiscono la comunità non, come già successo, con pseudo-compagnie assicurative che non sono idonee e infatti sono già fallite mentre il carico di veleno delle centrali è ancora attivo!!
L’attuale far west normativo nazionale ha cosparso l’Italia e la nostra provincia di impianti inutili (l’Italia ha impianti in grado di produrre 2 volte il consumo massimo e 3 volte quello medio) e devastanti per via di emissioni in atmosfera che producono danni alla salute pubblica solo per consentire la speculazione di gruppi di potere economico.
Le cronache giudiziarie parlano di tangenti per costruire centrali a biogas e biomasse, con arresti e sequestri in tutta Italia, con sistemi di controllo insufficienti o taroccati. Varie procure temono e dimostrano che gli impianti a Biogas possono essere un altro modo per smaltire rifiuti anche pericolosi.
Gli impianti “modello” non hanno superato nessun controllo e la presunta filiera è miseramente fallita. La normativa regionale del Lazio (la più permissiva in Italia) in materia sembra fatta apposta per far invadere il territorio. Per questo è necessario che ogni Comune metta dei paletti precisi per non far diventare le campagne terre di conquista.
Ribadiamo che il Comitato NO Biogas Latina non è contro il progresso e non vuole contrastare la libera impresa! È solamente contrario al deturpamento di un territorio con fortissima vocazione agricola e alla realizzazione di impianti industriali che, seppur a norma di legge, risultano altamente impattanti e nocivi.