Presso la Casa Comunale della Città di Gaeta, sabato 6 luglio, si è tenuta una conferenza in ricordo di Don Cosimino Fronzuto, in occasione del trentesimo del suo transit e della venuta a Gaeta di Papa Giovanni Paolo II.
Familiari, testimoni e seguaci della sua opera hanno presenziato insieme alle autorità civili della penisola sud pontina, per farne testimonianza a chi non ha avuto l’onore di conoscerlo.
La Presidente del Consiglio Pina Rosato apre il dibattito fornendo il suo ricordo personale: “In questi giorni il mio pensiero è tornato spesso alla memoria di Don Cosimo, che prima da bambina e poi da adolescente mi ha vista spesso frequentare la parrocchia di San Paolo. Ho cercato di riflettere su quello che ha distanza di 30 anni mi ha lasciato questa persona. Ciò che più ho impresso sono i ricordi del sociale, lui era un uomo che andava al di là del suo semplice lavoro di chiesa. Nel periodo del terremoto dell’Irpinia lui chiedeva a gran voci a tutti di dare ospitalità in una maniera molto forte e decisa, era convinto di quello che diceva e soprattutto della coerenza. Oggi resterebbe inorridito davanti a ciò che sta succedendo in Italia e nel mondo. Lui ci ha chiesto sempre di aprire le porte, di accogliere tutti”.
A seguire prende la parola l’Assessore alle Politiche Sociali, Lucia Maltempo, in rappresentanza del Primo cittadino Cosmo Mitrano: “Non ho avuto il piacere di conoscere Don Cosimino però ne ho sentito parlare molto in questi anni. Ho avuto il piacere di lavorare con Antonio il fratello, una persona molto attenta che vive per il sociale. I suoi ragazzi sono parte integrante della nostra quotidianità nel sociale e noi ne siamo davvero molto orgogliosi. Da quello che ho conosciuto di Don Cosimo so che era un sacerdote sempre al servizio degli altri che non è una cosa così scontata. Poi l’amore che penso sia la parola chiave di tutta la sua vita”.
Procede poi Don Stefano Castaldi che porta i saluti di Mons. Luigi Vari: “In questa iniziativa la città di Gaeta riconosce in Don Cosimino Fronzuto nel suo trentennale un parroco ed un cittadino esemplare della comunità gaetana e diocesana, per il Servizio non solo in ambito religioso ma anche sociale”.
Continua Davide Piras, il quale, ringrazia gli intervenuti e tutti coloro che si sono prodigati a far vivere la figura di Don Cosimino nel tempo, come la chiesa di San Paolo, il movimento dei focolari e la fondazione che porta il suo nome. Commenta successivamente: “Un applauso va anche ad Antonio Fronzuto che instancabilmente ormai da 29 anni porta avanti la Fondazione con il contributo fondamentale della sua famiglia e di tanti volontari. Questo pomeriggio non vuole essere una commemorazione, ma bensì il ricordo di un sacerdote che non si è mai tirato indietro davanti alle tante difficoltà che la vita ci mette davanti”.
Altro intervento è stato quello dell’Avv. Carlo Fusco, postulatore nelle cause dei Santi: “Mi sento onorato di partecipare oggi qui, perché avendolo conosciuto ho anche un debito di riconoscenza verso di lui. Un Parroco come lui fa uscire fuori la santità, nelle case negli edifici ovunque per strada”.
Alessio Valente, aggiunge: “Lui chiedeva nelle sue preghiere di essere una finestra attraverso cui passi la luce di Dio così da poter riflettere sulle persone solo l’amore di Dio. Egli aveva chiesto solo di amare le persone, ed è così che cercava il dialogo con chiunque entrava in contatto”.
Anche Roberto Mari riporta il suo ricordo personale: “Ho iniziato a frequentare la chiesa di San Palo negli anni più maturi, dove il parroco era Don Cosimino Fronzuto. Lui era un sacerdote focolarino e aveva creato un movimento. Don Cosimino era esponente di un nuovo modo di fare il sacerdote cioè di stare vicino la gente, lui ascoltava molto e dava sempre conforto. Era sempre in grado di aiutare attraverso questo amore”.
La testimonianza più vicina è stata quella di uno dei suoi fratelli, l’Ammiraglio Erasmo Fronzuto: “Quando siamo tornati a Gaeta dopo la guerra siamo stati ospitati dalla famiglia dei nonni materni del sindaco e li è arrivata la vocazione di Don Cosimino. Dio ha voluto attirarlo a se con la cosa più naturale, noi andavamo a messa tutte le domenica e don Cosimino a 6/7 anni prese tutti i santini e con i pezzettini di legno e di marmo di papà che faceva il muratore si è costruito la sua cappellina sotto il comodino di papà e si accovacciava li rimanendo in estasi”.
La conferenza si è conclusa con la consegna di una targa commemorativa da parte dell’amministrazione comunale, alla memoria di Don Cosimino Fronzuto. Ma i festeggiamenti non finiscono qui, riprenderanno a settembre con altre iniziative tra cui un concerto ed un concorso per le scuole, ricordati da Antonio Coccoluto nipote del sacerdote focolarino.
di Gelso Gabriella