Industria, Simeone: il consorzio del Sud Pontino non si tocca

GiuseppeSimeone2-640x280“Il Consorzio industriale del Sud Pontino non si tocca, non si deve toccare perchè a forza di cancellare rischiamo di essere cancellati come comunità. La provincia di Latina in questi anni si è vista privata, ingiustamente, delle sedi distaccate del tribunale, con il passaggio di competenza da Gaeta a Cassino, ha visto lo smembramento del collante stesso di questa comunità che nella Provincia risiede. Per questo condivido e sostengo a pieno la scelta, ratificata nel documento del 23 giugno 2014, dei componenti del consiglio di amministrazione dell’Asi di Gaeta di dare mandato al presidente Forte per rappresentare in tutte le sedi la contrarietà ad ogni ipotesi di fusione e di modifica del comprensorio consortile, chiedendo al presidente Zingaretti un incontro per affrontare la questione e recepire le istanze del territorio che non può essere ancora penalizzato. L’annessione del Consorzio industriale di Gaeta sarebbe un freno allo sviluppo economico e sociale dell’intero territorio, significherebbe cancellare cinquanta anni di storia (è nato nel 1957) e di identità, una grande cultura industriale, l’idea di dar vita a sinergie che fanno competitivo il tessuto di piccole, e spesso micro imprese, ma che supportate dal sistema fanno rete e producono ricchezza. La nostra comunità è cresciuta facendo leva sulla partecipazione. Negli ultimi sette anni abbiamo iniziato a togliere e non a mettere. Il risultato? Latina, la sua provincia, è in Italia (solo dopo Viterbo) quella che arretra di più. Produciamo un sesto della ricchezza in meno rispetto a 7 anni fa. Abbiamo il doppio dei disoccupati, non investiamo più (dati Sole 24 ore). Togliamo ancora? Pensare oggi ad un progetto, come quello del Cosilam (Consorzio per lo sviluppo industriale delLazio meridionale), che con l’unione delle due realtà punta sostanzialmente a sottrarre al nostro territorio il Consorzio Asi del sud pontino è una proposta inaccettabile. Ancora una volta, e senza condivisione sulle linee di politica industriale, si decentra verso l’interno, mettendo insieme bisogni diversi, allontanando i centri decisionali dai luoghi e dalle persone con cui si deve scegliere. E’ arrivato il momento, è arrivato da tempo, di smetterla di nascondere sotto il vestito della riforma, dei tagli, del risparmio decisioni che, come nel caso dell’Asi del sud pontino, toglierebbe di fatto al nostro territorio, alle nostre imprese, ai nostri lavoratori la possibilità di decidere e di intervenire direttamente sulla definizione della politica industriale che deve rispondere alle peculiarità del territorio e delle aziende che rappresenta. Il bilancio del Consorzio è in attivo, i costi contenuti e negli anni ha svolto il proprio ruolo di sostegno allo sviluppo, infrastrutturale e logistico, del sud pontino.. Non esiste alcuna ragione per smembrarlo. Il nostro territorio non è in svendita, noi non siamo in svendita e non vogliamo essere periferia di altri ma protagonisti del nostro domani. Per queste ragioni, condividendo e sostenendo la posizione assunta dal consiglio di amministrazione del Consorzio Asi di Gaeta, metterò in atto tutte le azioni perché questo patrimonio, il nostro patrimonio, non sia ancora una volta smembrato o cancellato”.

fonte: AGENPARL

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