Itri: al Museo del Brigantaggio va in scena “Giuditta, ovvero le quattro stazioni di una guerra”

Andrà in scena al Museo del Brigantaggio di Itri (Corso Appio Claudio 268) il corto d’autore “GIUDITTA, ovvero le quattro stazioni di una guerra”, con Daria Contento, ideato e diretto da Gianluca Paolisso. Due spettacoli in scena venerdì 29 settembre 2017, alle ore 19:30 e ore 21:00, in replica sabato 30 settembre 2017 alle ore 20:00 e ore 21:30, a cura della Compagnia Teatrale Genesi Poetiche in collaborazione con Robert Rivera Press Events e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Itri.

Il corto è un primo studio sulla Bibbia, in particolare su uno dei libri più celebri dell’Antico Testamento, in relazione con il capolavoro pittorico di Artemisia Gentileschi “Giuditta che decapita Oloferne”. L’eroina biblica ripercorre i capitoli della sua storia in un serrato dialogo con la pittrice seicentesca, come fosse l’ultima confessione tra due amiche. Guerre di conquista, uomini assetati di potere, gesti di sangue e il nome della divinità a fior di labbra. Il tempo di Giuditta è così lontano dal nostro?

Lo spettacolo arriva in prima assoluta nella provincia di Latina, dopo il grande successo al Festival “Ad Arte” di Calcata (VT) conclusosi in questi giorni, i grandi applausi al Teatro Hamlet di Roma e il Teatro San Prospero di Reggio Emilia.

Prenotazione al numero 339.6122417, genesipoetiche@gmail.com. Contributo Euro 5.

Per info Robert Rivera, 345.1234669, www.fb.com/robertriveraitaly.

Note di Regia

Il capolavoro pittorico di Artemisia Gentileschi “Giuditta che decapita Oloferne” (1620 ca.) rimanda non solo alla biografia della Pittrice, a quello stupro che non trovò mai giustizia e alla successiva raffigurazione di donne forti e indipendenti, ma anche e soprattutto ad una storia biblica fatta di guerre, prevaricazione e sangue.

Il Libro di Giuditta costituisce forse la più alta manifestazione letteraria della sete di potere, immortale nei secoli, che conduce alla distruzione di interi popoli sotto l’egida di una fantomatica divinità. Così Giuditta, nobil donna d’Israele, si addossa tutto il peso di una situazione politicamente delicata, e lo fa con la consapevolezza della guerriera che non conosce arte alcuna di diplomazia: se le armi sono di ferro, anch’essa non potrà far altro che ripagare il nemico della stessa moneta, con l’ausilio di una lama ancor più affilata e imprevedibile: la bellezza.

Oloferne, primo generale del Re assiro Nabucodonosor, personaggio abietto e privo di pìetas, si lascia irretire dalla bella straniera, la accoglie nella sua tenda e proprio qui viene decapitato dopo una notte di eccessi e bagordi. Giuditta, in compagnia della sua ancella, porta il capo del generale al suo popolo, che la acclama al pari di un’eroina. Gli Assiri, privati della loro bandiera, perdono la guerra contro le genti d’Israele, che lodano Dio e la giusta punizione elargita nei confronti di nemici empi e irrispettosi.

Giuditta morirà alla veneranda età di centocinque anni nella sua casa di Betulia, per sempre fedele al suo sposo Manasse, morto anni prima. In linea con l’operato della Compagnia Teatrale Genesi Poetiche, il corto desidera mettere in luce non solo la storia che precorre la realizzazione di un’opera d’arte, ma anche i temi di stretta attualità che la rendono immortale.

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