ITRI – Occhi puntati sull’assemblea pubblica, aperta tutti, in programma venerdi pomeriggio presso la sede PD in via Toti a Itri. L’incontro, annunciato da un comunicato a firma dell’arch. Raffaele Fabrizio, segretario del circolo itrano, monopolizza l’interesse degli ambienti politici locali e non solo. Da una parte c’è un partito, il primo per consensi raccolti in paese, che, pur mancando di una espressione consiliare, resta l’interlocutore da tutti ritenuto più autorevole per una coalizione che ponga i paletti al centrodestra e al vecchio modo di amministrare. E lo ha più volte ribadito lo stesso Fabrizio allorchè ha ricordato quali sono le priorità per caratterizzare concretamente l‘ultimo anno di amministrazione, al fine di far allontanare nella mente giudicante della gente del posto quattro anni definiti dagli stessi esponenti di maggioranza non adeguatamente rispondenti alle attese della vigilia che avevano portato esperienze politiche trasversali a coalizzarsi per far voltare pagine al modus operandi della classe dirigente locale. Dall’altra c’è la ribadita resistenza da parte degli ambienti della sinistra che oggi sostengono De Santis e la sua squadra, a costringere il PD, definito, forza esodata, per il momento, a respingere le lusinghe che gli derivano da una crescita di adesioni tra le quali i primi attori della scena politica, provenienti da precedenti esperienze e collocazioni partitiche. Non è un mistero che lo zoccolo duro di quanti si ispirano al credo della vecchia falce e martello non vedano di buon occhio la considerazione che lo stesso governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, e il parlamentare della Pisana, Enrico Forte, accreditano all’ex sindaco ed ex assessore provinciale, cui hanno riconosciuto, secondo le loro considerazioni espresse nell’affidargli, a titolo rigorosamente onorifico, incarichi di delicata responsabilità, indubbie qualità manageriali che gli provengono dalla composita esperienza maturata nell’attività professionale, nella vita amministrativa e nell’esperienza politica. “Il PD può rientrare in maggioranza con noi –affermava qualche esponente di primo piano convinto delle ultime scelte di De Santis– se scarica Giovanni Agresti e sposa una linea politica che non tradisca le attese della classe lavoratrice e della popolazione in generale”. Insomma una bella scommessa. Sconfessare chi ha ricevuto l’investitura da Zingaretti in persona o lasciare che De Santis e il suo pool operativo procedano per la loro strada “orfani” del partito che in Italia e a Itri rappresenta l’interlocutore primario alternativo al centrodestra, in ciò supportato anche dai numeri. Che finora ne fanno la prima forza politica?
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