Itri brucia e la gente si pone domande sul protocollo operativo

E’ cronaca di questi giorni il divampare di molti incendi devastanti nel territorio di Itri, il secondo come vastità, dopo quello di Fondi, nella bassa provincia. Per molti di noi, più che cronaca giornalistica è l’immagine raccapricciante che i nostri occhi colgono direttamente. E il reiterarsi di questo delittuoso fenomeno, frutto quasi sempre di assassine mani dolose, ha portato la gente a chiedersi perché alcune volte c’è uno spiegamento ampio di operatori terrestri e aerei nell’azione di spegnimento delle fiamme e altre volte questa impari lotta contro i roghi vede protagonisti solo ammirevoli volontari. A quanti hanno rivolto questa domanda alla nostra redazione, vogliamo rispondere, per chiarire i dubbi sul protocollo in questione, dopo aver attinto notizie presso responsabili dell’antincendio adeguatamente preparati sulla questione. Deputati ad intervenire sugli incendi, oltre i Vigili del Fuoco e i Carabinieri Forestali, sono i volontari della Protezione Civile. Quando, poi, sulle aree attaccate dalle fiamme hanno competenza associazioni che hanno attrezzato squadre antincendio, allora queste possono intervenire nelle suddette zone. La loro azione si può estendere anche su superfici su cui non hanno competenza qualora una autorità istituzionale (sindaco, Carabinieri, Polizia, ecc.) richieda il loro intervento. Detto questo, i nostri lettori potranno così capire perché, nel caso di Itri, i volontari dello spegnimento dei roghi dell’Azienda Faunistica “Fra’ Diavolo”, del presidente Silverio Sinapi, alcune volte scendono in campo e altre volte no. Essi sono operativi automaticamente, senza alcun bisogno di chiamata istituzionale, sul territorio della cosiddetta Riserva e non sui roghi che non interessino quelle superfici. Sono invece intervenuti, con risultati operativi veramente eccellenti, quando sono stati chiamati, come nel caso del pericolosissimo incendio sviluppatosi nella zona Campiglioni, dal Commissariato della Polizia di Stato, di via Francesco Evangelista, 2, di Fondi che ha sollecitato il loro intervento, alla luce della dotazione degli appositi mezzi e delle esperienze maturate abbondantemente nelle situazioni pregresse, oltre che delle idoneità psico-fisiche opportunamente certificate nelle visite attitudinali a svolgere il compito di volontario. E a loro, oltre che agli altri operatori attivi in tali emergenze,è andato il grato riscontro di chi ha apprezzato l’insostituibile presenza sul fronte del fuoco di tanti giovani e meno giovani che, sottraendo tempo al riposo notturno, alle famiglie, al lavoro quotidiano e con il rischio di restare feriti o ustionati, hanno gratuitamente scelto di scendere in campo per affrontare la dura battaglia contro le fiamme. E l’hanno vinta. Alla grande! Complimenti!

Orazio Ruggieri

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