Sembrava finita con coloro che a Itri, non accettando le regole del confronto democratico rispettate dal PD, cercano con altri i mezzi di perseguire interessi di parte. Consapevoli di non potervi riuscire dall’interno e nascondendosi dietro una tessera, ricorrono a comunicati stampa per condurre una sistematica e reiterata azione denigratoria nei confronti del partito e della sua dirigenza. E’ ora di fare piena chiarezza e prendere posizione contro questi comportamenti che nulla hanno a che fare con la correttezza e la dialettica politica.
Ancora più grave è il fatto che questi stessi soggetti, da sempre latitanti e in occasione delle scadenze elettorali puntualmente schierati su posizioni avversarie, usino la stampa come cassa di risonanza per lanciare accuse dichiaratamente offensive. Il PD di Itri e la sua dirigenza sono così stati definiti come “incapaci” a tal punto da dover essere commissariati, ovvero una banda sconsiderata di mendicanti alla ricerca di un paio di posti in una qualsiasi lista.
Oltre ai mattinali di Giovanni Agresti, ecco apparire, lunedi 16 maggio, un articolo che riprende un personale documento di Senio Saccoccio con il quale il firmatario, dichiarandosi “già dirigente sezionale” ed autoproclamandosi veggente della politica itrana, lancia accuse e censure a tutto spiano nei confronti del PD locale.
Affermazioni paradossali per uno che ha sempre avuto poco a che fare con la vita del partito!
Basta ritornare alle elezioni amministrative del 2011, allorchè lo stesso Saccoccio, per sua esplicita ammissione, dichiarò di non aver votato un candidato del “suo” PD, bensì l’esponente di un altro gruppo-comitato politico, oggi riconducibile a Democrazia Solidale. Nel lanciare ora al PD la pesante accusa di aver fatto fallire il progetto di centrosinistra, Saccoccio, peraltro mai stato dirigente locale del partito, dimentica che chi si è sfilato ed è andato a petire una propria candidatura nella lista avversaria di Antonio Fargiorgio è stato proprio il suo gruppo, con lui in testa. Perché allora non spiegare questa giravolta e non domandarsi se non sia stata essa la causa determinante della mancata formazione di una più ampia aggregazione di centrosinistra? Forse la paura di non riuscire a salire per tempo sul carro del “vincitore”?
Ad ulteriore smentita del suo millantato attaccamento alle sorti del PD vi è la documentata latitanza da ogni attività partecipativa del partito, nonostante le assemblee, gli incontri e l’apertura delle riunioni del direttivo agli iscritti ed ai simpatizzanti.
L’ultima sua apparizione in sezione, verosimilmente dettata da una consolidata forma di piaggeria nei confronti di “chi conta”, risale all’11 gennaio di quest’anno in occasione della visita, dallo stesso citata, del senatore Claudio Moscardelli. Benchè l’incontro vertesse su temi di carattere nazionale ed in particolare sugli sviluppi in sede parlamentare delle riforme in materia di diritti civili, l’interessato prese la parola per lanciare una provocazione che lasciò tutti attoniti. Dopo aver infatti affermato di parlare a nome di un gruppo locale che perseguiva una propria strategia politica, proponeva quale prossima figura a sindaco un componente di quella stessa formazione. Chiedeva quindi che già da quel momento il PD desse il proprio incondizionato avallo a questo imprecisato “progetto”. Il tutto senza minimamente curarsi del paradosso di aver strumentalizzato l’occasione per annunciare l’avvio della propria personale “campagna elettorale”.
Questi sono i fatti. Passando ai temi, il Partito Democratico ha sin dall’inizio adottato la massima trasparenza di percorso e di formazione di un progetto politico che fosse quanto più condiviso, passando anche attraverso innumerevoli incontri con le altre forze politiche, compresa appunto Democrazia Solidale. La lista di centrosinistra alla “Saccoccio” non si è allora fatta perché il cosiddetto “centro” a Itri è popolato da troppi personaggi che usano i partiti come taxi da cui scendere o salire al momento giusto.
Considerato perciò che i comportamenti e le esternazioni dell’iscritto, oltre a non essere politicamente corretti, sono avvenuti con modalità e contenuti lesivi della immagine del partito e delle persone che lo rappresentano, aggravati oltretutto da una campagna elettorale in corso, il PD di Itri, in accordo con la segreteria provinciale, sottoporrà quanto accaduto agli organismi di garanzia per l’adozione dei provvedimenti in merito, tra cui il ritiro della tessera.
Il Direttivo PD Itri
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