“Chi sa i nomi degli autori dei roghi devastanti, li faccia. Compirà un gesto di generosità e di collaborazione anche verso di loro. Potrebbe trattarsi, infatti, di gente che si dedica a questi atti inconsulti per via di turbe psichiche che, con un’adeguata terapia, potrebbero essere eliminate o rese meno perniciose”. Con questo passaggio centrale, durante la celebrazione della Santa Messa nella chiesa dell’Annunziata a Itri, alle ore 11,30 di domenica, il viceparroco, don Maurizio Di Rienzo, ha toccato la vicenda dei roghi estivi a Itri. “Non sopportavo più di tenere dentro di me queste considerazioni che ho inteso esternare proprio come atto di amore per un recupero di eventuali piromani psicolabili, i quali –e ce ne sono- godono nel veder prendere corpo i loro disegni criminosi”. Si è soffermato su questi aspetti il giovanissimo sacerdote che ha pure sottolineato come “il credente non può rimanere passivo di fronte alla sistematica distruzione della bellezza del creato”. Parole che hanno scosso l’assemblea religiosa la quale se ne è fatta portavoce, al termine della celebrazione della santa Messa, presso chi non aveva preso parte al rito religioso affinchè recepisse l’invito proprio come un obbligo morale da parte di un cittadino che vuole non peccare di omissione nella sua funzione di denuncia dei mali arrecati alla comunità e alla natura. Il tutto mentre i roghi, che, a Itri, non conoscono ormai soluzione di continuità da oltre quindici giorni e che non vengono attivati mai uno per volta ma a grappolo nello stesso momento, hanno continuato a caratterizzare, anche nella giornata di lunedi, l’apocalisse ambientale e, qualcuno ha affermato, anche quella del buon senso!