Conclusione in grande stile per la XIII Edizione del JazzFlirt Festival 2017: Francesco Cusa & The Assassins (Rhythm Permutations) vi aspettano il 10 novembre alle 21.00 presso il Museo del Brigantaggio di Itri.
Batterista e compositore, il catanese Francesco Cusa alterna l’attività di musicista a quella di scrittore e di critico cinematografico. Dai poeti ai performers, Cusa intreccia una rete fittissima di collaborazioni artistiche: dal collettivo di scrittori Wu Ming a musicisti come Paolo Fresu, Zu e molti altri. Dal 2004, insieme a Paolo Sorge e Carlo Natoli, Cusa è fondatore dell’associazione Improvvisatore Involontario che ha diffuso le proprie idee innovative imponendosi come uno dei collettivi artistici più rilevanti in Europa. Eccellenza indiscussa di questo progetto è l’orchestra di improvvisazione Naked Musicians diretta da Cusa attraverso la tecnica della conduction una sorta di crasi tra la tradizionale direzione orchestrale e la creazione musicale di gruppo: si tratta di una vera e propria composizione istantanea a più mani in cui si sovrappongono elementi minimalisti, tribali, percussivi o vocali, jazzistici, elettronici e citazioni da musica colta o pop. Tra gli altri progetti musicali portati avanti da Francesco Cusa, c’è l’Fct Trio con Simone Graziano al pianoforte e Gabriele Evangelista al Contrabbasso, e il progetto di sonorizzazione di film d’epoca Solomovie.
Per quanto riguarda The Assassins è un trio guidato da Francesco Cusa e formato da Giovanni Benvenuti al sassofono tenore, Giulio Stermieri all’hammond e alle tastiere, e, eccezionalmente per questo concerto, Valeria Sturba al violino, voce, theremin e live electronics. Un lavoro intorno al libro Rhytmic Illusions di Gavin Harrison, alle poliritmie indiane e alla musica degli Skrunch. Facendo nostre le parole dello stesso Cusa:
The Assassins è una nuova formula di trio, un progetto che eredita l’approccio compositivo del mio precedente gruppo Skrunch. The Assassins, grazie alle specifiche caratteriste dell’hammond, si apre adesso certe influenze a sonorità più vicine al funk e al jazz. Il lavoro di esplorazione dei materiali tematici è vincolato da schemi poliritmici atti a evidenziare le cellule melodiche, i riff e le modulazioni cromatiche e timbriche. Il rapporto tra scrittura e improvvisazione è dialettico. I vari elementi vanno dunque combinandosi in un gioco continuo di tensione e rilassamento, con uno sguardo alla tradizione e l’altro alla contemporaneità.