Non siamo ostili alle attività di itticoltura. Ne auspichiamo anzi un rilancio perché appartengono alla storia produttiva del Golfo. Vogliamo che gli impianti non pregiudichino il turismo, la balneazione e lo sport marino, l’ ambiente , asset strategici per lo sviluppo economico di questo territorio. E non lo stiamo dicendo solo ora. Indipendentemente dalle cause dell’ultima ondata di inquinamento che ha colpito Vindicio, deve essere data attuazione alla legge. E la legge dice che le gabbie devono essere delocalizzate off-shore”.
Chiamata in causa da stampa ed operatori balneari, la società gestore degli allevamenti del Golfo nega ogni addebito attribuendo ad altre cause il fenomeno di inquinamento ravvisato negli ultimi giorni sullo specchio d’acqua di Vindicio. Al di là delle dichiarazioni, di cui noi possiamo solo prendere atto, il problema ancora irrisolto è relativo allo spostamento degli impianti di itticoltura.
Ho sentito alcuni operatori balneari i quali mi hanno confermato di non avere alcun pregiudizio nei confronti delle attività di allevamento dei pesci. Loro, come l’Amministrazione, vogliono solo tutelare la salute del nostro mare, patrimonio di questa comunità e presupposto per la sopravvivenza delle loro imprese economiche e per la valorizzazione del territorio.
Gli ultimi e ricorrenti eventi di inquinamento che purtroppo hanno coinvolto la nostra costa hanno avuto una ricaduta negativa sulla città. Riteniamo pienamente condivisibili le preoccupazioni espresse da cittadini, operatori e sigle di categoria, tant’è che, come per altre situazioni di carattere ambientale, abbiamo provveduto a chiedere la collaborazione dell’autorità giudiziaria.
Nonostante gli interventi avviati da tempo e che, senza dubbio, hanno prodotto risultati notevoli in termini di miglioramento della qualità ambientale di questo litorale, non si può negare che alcune importanti questioni rimangano insolute. Mi riferisco al mare e al suo ecosistema. Criticità ed emergenze ambientali che si ripetono ciclicamente impongono una presa di coscienza generale che non può rimanere circoscritta alla nostra comunità e impongono l’attivazione di interventi che non sono più rinviabili.
Per tali ragioni, nell’ambito delle competenze specifiche della mia delega – ho più volte richiesto il coinvolgimento della Regione Lazio. Nell’ennesima nota trasmessa nei giorni scorsi al Presidente Zingaretti, agli Assessori all’Ambiente e all’Agricoltura, Caccia e Pesca e alla Commissione Ambiente Regionale, chiedo esplicitamente di avviare l’iter di delocalizzazione degli impianti, in ottemperanza alle prescrizioni della Delibera Zaratti sulla istituzione dell’Area Sensibile.
La vicenda è ormai nota a tutti ed è necessario che alle parole seguano i fatti. Aver dichiarato l’area sensibile e non aver conseguentemente agito appare sempre più come un evidente controsenso.
Mi rivolgo all’Assessore Regionale Buschini che di recente ha annunciato interventi per il contrasto all’inquinamento sulla costa laziale. L’attivazione della legge regionale sul Golfo Area Sensibile deve rappresentare un significativo tassello di questa annunciata iniziativa di tutela promossa dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Lazio.
Ringrazio la Consigliera Regionale Marta Bonafoni – personalmente interpellata- che con un suo intervento pubblico ha voluto sottolineare l’urgenza e il significato della nostra istanza”, nella convinzione che finalmente , anche grazie al suo contributo si possa concretamente passare all’azione.
Dobbiamo necessariamente uscire dalle intenzioni e renderle effettivamente fatti concreti.
F.to Maria Rita Manzo
Assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Formia