John Winston Lennon nasce nel tardo pomeriggio del 9 ottobre 1940 al Maternity Hospital di Liverpool, in quei giorni bersagliata dai raid aerei nazisti. I genitori, Alfred e Julia, si separano quando il bimbo ha appena quattro anni e il piccolo John viene affidato alle cure della sorella maggiore della madre, l’amorevole ma inflessibile zia Mimi.In età adolescenziale, John riprende a frequentare Julia, ed è proprio lei a insegnargli i primi accordi di chitarra su un banjo e ad incoraggiarne le inclinazioni musicali: la sua morte in un incidente stradale, il 17 luglio del 1958, è un altro terribile shock che segnerà indelebilmente la personalità e la vita dell’artista Negli anni in cui frequenta la Quarry Bank High School di Liverpool (con scarsissimo profitto e frequenti problemi disciplinari), John – ispirato dallo stile di vita ribelle dei teddy boys e dalla moda musicale dello skiffle lanciata da Lonnie Donegan – forma il suo primo gruppo, i Quarry Men. La band, che nella formazione base comprende anche Eric Griffiths (chitarra), Pete Shotton (washboard), Len Garry (tea chest bass), Colin Hanton (batteria) e Rod Davis (banjo), si fa le ossa nei club della zona (tra cui il Casbah di Mona Best e il Cavern di Mathew Street), e nelle sue incarnazioni successive arruola prima Paul McCartney e poi George Harrison: nasce così il più popolare e influente gruppo pop di tutti i tempi, i Beatles. I Sixties saranno, per Lennon e i suoi compagni di avventura, anni frenetici e di straordinario successo, ma anche travagliati da turbolenze e conflitti interpersonali: John si sposa e diventa padre del primogenito Julian quando ancora non ha compiuto ventitré anni; dalla moglie Cynthia Powell, conosciuta al Liverpool College of Art, divorzia nel 1968 dopo essersi innamorato dell’artista giapponese d’avanguardia Yoko Ono. Con la nuova compagna incide (quando i Beatles sono ancora in piena attività) un ostico album infarcito di effetti sonori e di sperimentazioni elettroniche, UNFINISHED MUSIC N. 1 – TWO VIRGINS: più degli inconcludenti contenuti musicali, tuttavia, provoca scandalo la copertina, che ritrae la coppia in un nudo frontale (la EMI e la Capitol si rifiutano di distribuire il disco, e le etichette subentranti, la Track Records in Gran Bretagna e la Tetragrammaton negli Stati Uniti, lo consegnano ai negozi avvolto in buste di cartone marrone con un oblò attraverso il quale si vedono solo i volti della coppia).Sposatisi a Gibilterra il 20 marzo 1969, John e Yoko replicano poco dopo con una seconda e altrettanto sconcertante prova discografica, UNFINISHED MUSIC N. 2 – LIFE WITH THE LIONS, registrata in parte dal vivo e in parte (utilizzando un registratore a cassette) nell’ospedale in cui Yoko è ricoverata per una gravidanza che non va a buon fine.Le provocazioni proseguono con i “bed-ins” di protesta che i due inscenano nelle loro suite d’albergo ad Amsterdam e poi a Montreal, richiamando una folla di amici, reporter, fotografi e operatori tv: in Canada registrano e propongono in pubblico “Give peace a chance”, un mantra pacifista (con le voci di personaggi noti come la cantante Petula Clark, il comico Tommy Smothers e il guru dell’Lsd Timothy Leary) immediatamente adottato dai manifestanti che protestano contro Richard Nixon e la guerra in Vietnam.Il 13 settembre del ‘69 Lennon è il primo Beatle a tornare su un palco, in occasione del Toronto Rock’n’Roll Revival Festival: lo accompagna una nuova ed estemporanea formazione, Plastic Ono Band, di cui fanno parte, oltre a Yoko, il batterista Alan White, il bassista (e amico dai tempi di Amburgo) Klaus Voormann e, in veste di “special guest”, Eric Clapton. La band si ritrova a provare in fretta e furia sul Boeing che la porta oltre Atlantico, mentre la sua rauca e incerta esibizione viene documentata dalla cinepresa di D.A. Pennebaker e in un album dal vivo, LIVE PEACE IN TORONTO 1969, che propone vecchi standard rock’n’roll accanto a “Give peace a chance” e alla allora inedita “Cold turkey”.Quest’ultima, un crudo, abrasivo e autobiografico reportage in musica delle sofferenze indotte dall’astinenza autoimposta dall’eroina, diventa il secondo singolo della Plastic Ono Band riscuotendo accoglienze controverse: ancora più accese le polemiche che fanno seguito a una lettera indirizzata alla Regina con cui Lennon annuncia la restituzione dell’onorificenza MBE ottenuta nel 1965, in segno di protesta contro il coinvolgimento dell’Inghilterra nella guerra in Biafra e il suo appoggio alla politica americana in Vietnam, ma anche per la tiepida accoglienza riservata dal mercato a “Cold turkey”. L’anno si chiude con la pubblicazione di un altro sconclusionato disco di ambizioni “avant-garde”, THE WEDDING ALBUM, e con l’ultima apparizione dal vivo in Inghilterra, a un benefit dell’Unicef che si tiene il 15 dicembre al Lyceum Ballroom di Londra.Nel febbraio del 1970 il terzo singolo della Plastic Ono Band, “Instant karma!”, inaugura una lunga e proficua collaborazione con il leggendario produttore Phil Spector, chiamato in Inghilterra a completare il lavoro sul “Let it be” beatlesiano; alle velocissime sedute di registrazione del brano, che riporta Lennon nelle Top Ten inglesi e americane, partecipa anche George Harrison. Trascorre quasi un anno prima che nei negozi arrivi il primo album di canzoni realizzato da John e Yoko, intitolato JOHN LENNON/PLASTIC ONO BAND (le stesse session ad Abbey Road fruttano un disco parallelo, “Yoko Ono/Plastic Ono Band”).Reduce da un semestre di sedute psicanalitiche con il celebre psichiatra Arthur Janov, ideatore della terapia del “primal scream” (urlo primigenio), Lennon consegna alle stampe un disco autoconfessionale, autoterapeutico e sincero fino alle estreme conseguenze, che affronta a viso aperto i suoi traumi infantili (“Mother”, “My mummy’s dead”) e quelli conseguenti alla dissoluzione dei Beatles, tra sarcastici e amari autoritratti (“Working class hero”), riflessioni disilluse sulle false credenze e sulla religione (“I found out” e “God”, dove John annuncia di non credere più neanche nei Beatles) e momenti di fragile tenerezza (“Hold on”, “Love”); alle registrazioni partecipano anche Ringo Starr e Billy Preston. Il singolo successivo, “Power to the people” (aprile 1971), testimonia le passioni “socialiste” e il nuovo impegno politico di Lennon, che poco dopo mette su casa con Yoko a New York, facendo amicizia con i maggiori esponenti della cultura radicale locale (come Jerry Rubin e Abbie Hoffman, leader dello Youth International Party). Tornato temporaneamente in patria, John utilizza l’home studio allestito nella sua villa a Tittenhurst Park per registrare (con Voormann, White, King Curtis, Nicky Hopkins, George Harrison e Spector ancora alla console) le tracce base del nuovo album IMAGINE, pubblicato nel settembre del 1971: da molti ritenuto il suo capolavoro solista, il disco risulta molto più melodico, morbido e rifinito del precedente, nell’immortale title track (un commovente inno all’armonia universale che diventerà la sua canzone simbolo) così come in “Jealous guy” (una outtake beatlesiana, con il titolo originale di “Child of nature”, e in seguito un hit per i Roxy Music), anche se non mancano attacchi al vetriolo indirizzati al vecchio amico McCartney (“How do you sleep?”) e a “Tricky Dicky” Nixon (“Gimme some truth”).Preceduto dal singolo “Happy Xmas (War is over)”, uscito solo negli Stati Uniti ma incapace di raggiungere le classifiche (si rifarà dodici mesi dopo in Inghilterra, diventando un altro classico pacifista lennoniano), il doppio live SOMETIME IN NEW YORK CITY, inciso con la band Elephant’s Memory, fa di Lennon un osservato speciale da parte della FBI e delle autorità governative americane: rabbioso e polemico, e concepito (fin dalla copertina) alla stregua di un quotidiano di notizie politiche, il disco affianca brani militanti come “Woman is the nigger of the world”, “Attica state”, “Sunday bloody sunday”, “Angela” e “John Sinclair” a pezzi registrati dal vivo negli anni precedenti al Lyceum di Londra e al Fillmore East di New York insieme alle Mothers of Invention di Frank Zappa. Nel 1973, in piena guerra con l’ufficio immigrazione che vuole costringerlo ad abbandonare gli Stati Uniti negandogli la carta verde, Lennon prova a replicare le magie di IMAGINE pubblicando un altro album di canzoni melodiche, MIND GAMES: gli esiti artistici e commerciali, tuttavia, non saranno gli stessi. Durante le registrazioni del disco si acuisce la crisi con Yoko, e – su insistenza della stessa Ono – Lennon intreccia una relazione sentimentale con l’assistente personale di Yoko, May Pang: inizia così il suo lungo “lost weekend”, un turbolento anno e mezzo punteggiato da consumi eccessivi di droghe, stordimenti alcolici e risse ben documentate dai mezzi di informazione (famoso soprattutto l’incidente occorso al Troubadour di Los Angeles, quando un Lennon visibilmente ubriaco disturba l’esibizione degli Smothers Brothers assalendo il loro manager e una cameriera prima di essere espulso dal locale). Compagno di sventure e di sbronze, in quel periodo, è il cantante Harry Nilsson, di cui John produce l’album “Pussycats” prima di mettersi al lavoro su una nuova raccolta di canzoni, WALLS AND BRIDGES: il singolo che la lancia, “Whatever gets you thru the night”, diventa negli Stati Uniti l’unico numero uno della sua produzione solista, mentre Elton John, che ha partecipato alla sua registrazione, ospita Lennon al Madison Square Garden di New York in quella che sarà la sua ultima apparizione in concerto in assoluto, il 28 novembre 1974. Nei primi mesi dell’anno seguente esce finalmente ROCK’N’ROLL, un progetto a cui John aveva iniziato a lavorare più di un anno prima ma che si era interrotto a causa dei dissapori intercorsi con Spector (che era sparito dalla circolazione portandosi dietro i nastri master): il disco, che in copertina ritrae un giovane Lennon durante il periodo amburghese, è un omaggio al rock’n’roll e ai vecchi amori musicali di John e riscuote successo grazie al remake di “Stand by me” di Ben E. King. Ricongiuntosi con Yoko, Lennon annuncia poco dopo il ritiro dalle scene per dedicarsi al secondogenito Sean, nato il 9 ottobre del 1975: torna sui suoi passi solo nel 1980, dopo un soggiorno alle Bermuda che frutta il repertorio per un nuovo album di inediti, DOUBLE FANTASY, cointestato a lui e a Yoko: il singolo “(Just like) Starting over” e ballate come “Woman”, soffici e sentimentali, fanno buona presa sul pubblico e sulla critica e portano l’album in classifica.A proiettarlo ai vertici delle charts internazionali provvede qualche settimana dopo un tragico e imprevedibile evento: la sera dell’8 dicembre 1980, davanti alla sua residenza newyorkese (il Dakota Building di Central Park), John viene raggiunto da quattro dei cinque colpi di pistola esplosi da uno sconosciuto, Mark David Chapman, che solo poche ore prima si era fatto autografare una copia di DOUBLE FANTASY. Morirà una ventina di minuti dopo in ospedale: la folla che si raduna spontaneamente davanti al luogo del delitto per una veglia funebre intona “Give peace a chance”. Circondato da un’ondata di affetto e di cordoglio collettivo senza precedenti, Lennon esce dall’attualità ed entra nella Storia, guadagnandosi definitivamente un posto tra le icone immortali del rock.
https://www.youtube.com/watch?v=f-x1FsvOAz4
A cura di Luigi Marcelli.