di Karolina Kosinska
Il Karate (空手mano vuota) è un’arte marziale giapponese, originaria dell’isola di Okinawa, che prevede la difesa a mani nude da un avversario a mani nude o armato. Non è quindi propriamente uno sport e porta con sé diversi benefici rispetto a uno sport regolare.
È “un’arte il cui lo scopo primario è l’equilibrio psicofisico del praticante. In poche parole è il mezzo attraverso cui possiamo scoprire noi stessi, le nostre potenzialità e imparare ad usarle, conoscere i nostri limiti e superarli, quindi migliorarci sia internamente che esternamente” dice il maestro Lucio Altezza, che ha recentemente avviato nuovi corsi di Karate Shotokan e di Fit Defence (un misto di difesa personale e fitness) a Gaeta, nella palestra Global Fitness in Via Europa. “È un grande percorso, ci vuole costanza e dedizione, ma le soddisfazioni non mancano”, continua Altezza.
Ma come si svolge una lezione tipo?
“Si inizia con il riscaldamento, diamo molta importanza alla cura e preparazione del corpo. In fondo è il mezzo attraverso cui operiamo ed è primario che sia ben equilibrato e riscaldato. Molto stretching per migliorare la capacità articolare e il benessere stesso. Poi c’è la cerimonia del saluto, molto suggestiva e molto importante per noi che pratichiamo un karate tradizionale e questo significa attenzione alla forma oltre che al contenuto. Poi c’è lo studio delle tecniche di base dette Kihon (vari tipi di parate, calci, pugni e percosse) per poi passare ai Kata, che sono forme molto antiche in cui si simula un combattimento figurato e poi c’è il Kumite, letteralmente mani che si incrociano ma più comunemente conosciuto come combattimento. Prima di finire con il saluto di solito spiego qualcosa inerente alla tradizione giapponese o alla cultura del Bushido (la via del Samurai)”.
È da sottolineare che il Karate fa bene a tutti, sia grandi che piccoli. L’esperienza del maestro iniziò a 17 anni. “Da bambino non ero molto audace, anzi ero piccolo e molto indifeso. Il Karate mi ha aiutato molto, mi ha fatto trovare il centro e mi ha irrobustito sia nello spirito che nel corpo”. Iniziò per puro caso alla base Nato a Gaeta dove un suo amico faceva Karate. “Un poco per curiosità, poiché le lezioni erano in inglese americano, un poco per voglia di combattere le mie paure un giorno lo accompagnai ad una lezione. Fu una grande emozione ed una grande scoperta. Poi quando il maestro John -è l’unico nome che ricordo- andò via poiché era militare dovetti lasciare. Dopo l’esperienza del militare tornai e decisi di continuare in una scuola italiana ed eccomi qua dopo quasi 30 anni. Nel 2006 ho fondato una mia scuola, il Budokan M. Musashi, il cui scopo è diffondere e mantenere vivo lo spirito del karate e delle arti marziali giapponesi. Quello che mi affascina in assoluto del karate è che non è solo un’arte marziale, ma sopratutto uno stile di vita. Per me è il mio lavoro, io vivo di karate. In esso puoi trovare tutte le risposte della vita . Come dico sempre ai miei allievi: se non sapete cosa fare, guardate le cose dal punto di vista del karate e avrete le risposte su come comportarvi”.
L’unica cosa di cui si ha bisogno secondo il maestro è quindi la voglia di imparare e provare. “Molte volte le persone hanno una sorta di diffidenza nei nostri confronti, pensano che siamo belligeranti e attaccabrighe. Ma poi quando comprendi e vedi che perseveriamo in valori quali la cortesia, il rispetto del prossimo e l’aiuto verso i più deboli inizi a comprendere la vera natura dell’arte e non vuoi più abbandonarla. I bambini trovano molto equilibro nella pratica del karate, le sue regole li aiutano a crescere in un ambiente sano e sicurezza. Imparano a gestire le emozioni e le perdite e a credere in loro stessi e nelle altre persone. Nei grandi il lavoro fisico irrobustisce e migliora tutto il corpo, in quanto movimento previene molte malattie degenerative e cardiovascolari e migliora la vita di relazione. Un altro vantaggio molto sentito è il benessere interno, il cammino porta la persona a conoscersi meglio e ad accettarsi per quello che è.”
Una parte importante del Karate sono anche le competizioni, soprattutto ora che nel 2020 sarà una disciplina olimpica durante le Olimpiadi di Tokyo. “Ma è bene ricordare che la gara è solo un aspetto della pratica. Possiamo definirla una specie di verifica con tante variabili, come mi piace definirla, ma necessaria per valutare il lavoro nelle palestra” sottolinea il maestro.
In generale ci sono diverse modalità, tra le più importanti quelle di Kata (forme) o Kumite (combattimento) sia individuale che di squadra. Il maestro spiega che “Nel nostro circuito la prima qualificazione avviene attraverso qualifiche nazionali nella propria federazione di appartenenza. Il secondo step, generalmente è il campionato confederale, dove solo i primi 4 classificati nelle proprie federazioni possono competere. E da qua si guadagna anche la possibilità di disputare Europeo e Mondiale. Esiste un corpo di giudici di gara che attraverso regole condivise da tutti i partecipanti decretano il vincitore degli incontri. Nel Kata per esempio vengono valutate tutte le loro componenti e poi espresso un giudizio, della cinquina arbitrale il voto più alto e quello più basso vengono scartati e attraverso la somma dei restanti si ha un valore. Si fa quindi una classifica di tutti i partecipanti. Per il Kumite invece si dà il giudizio sulle tecniche espresse, sempre a maggioranza arbitrale. Chi vince va avanti sino ad avere una classifica finale.” La preparazione è lunga e continua ed è sia fisica che mentale, ma ovviamente la programmazione e struttura dell’allenamento varia a differenza del livello a cui si va a competere.
“Principalmente per avere lo stesso punto di vista e gli stessi stimoli degli allievi che istruisco” lo stesso maestro gareggia ancora nella categoria Veterans. Nel 2016 ha partecipato come atleta al Mondiale WUKF in Irlanda classificandosi ottavo e l’Europeo WUKF a Brescia classificandosi settimo. Grazie all’impegno degli allievi della sua scuola, malgrado i suoi pochi anni, hanno un palmares che conta circa 26 titoli italiani e un Mondiale nella specialità Kata vinto nel 2008.
“Il karate è sì un’arte marziale, ma anche un modo per plasmare il proprio carattere come la superficie lucida di un lago riflette tutto ciò che le sta davanti come una valle silenziosa riporta ogni singolo suono, così chi si accinge a praticare il karate deve rendere il proprio spirito vuoto da ogni egoismo e malvagità; in uno sforzo per reagire convenientemente dinanzi a tutto ciò che può incontrare”. (G.Funakoshi)
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