“La bambina che non sapeva giocare” per non dimenticare la sofferenza nel dopoguerra

20140716-111126-40286443.jpg“Finita la guerra, andati via gli americani con il loro cioccolato e i marocchini con il loro tremendo strascico di violenza, anche a Coreno Ausonio, per tutti, uomini e donne, vecchi e bambini, iniziò una guerra personale, sospesa tra la sofferenza per i lutti subiti e la voglia di ricominciare a vivere”. Scrive così Romina D’Aniello in apertura del suo libro di esordio, dal titolo “La bambina che non sapeva giocare” e dal significativo sottotitolo “Sulla linea Gustav, fra le bombe della guerra e la lotta per la vita“.

I viaggi nella memoria migrante saranno i protagonisti dell’appuntamento settimanale della rassegna “Dietro le pagine” della stagione estiva “Il viaggio finisce laddove si incontrano gli amanti” promossa dall’Ipab SS. Annunziata in collaborazione con La Libreria di Margherita di Formia, l’Associazione Fuori Quadro, la Fondazione Alzaia all’interno del circuito dei Teatri Riuniti del Golfo.

Giovedì 17 Luglio ore 21 sulla terrazza panoramica ospite l’autrice corenese Romina D’Aniello intervistata da Paolo Fiore, viaggiatore della filosofia moderna.

Il libro racconta la storia di Anna, la storia vera di una bambina, figlia, donna, moglie, madre, infine nonna, nata nel 1935 e costretta a subire, prima, le fatiche quotidiane della piccola provincia, dove anche il nascere e il sopravvivere era cosa difficile, poi le brutture delle guerra e ancora le scelte imposte da altri e l’emigrazione in Inghilterra, con il suo paese Coreno sempre nel cuore.

E’ la storia di una generazione intera, fatta di solitudine, di guerra, di emigrazione, di rabbia, ma anche della consapevolezza che si può sempre scegliere se farsi travolgere dagli eventi o lottare, per rivendicare il ruolo di protagonisti unici della propria esistenza. Anna lotta e racconta la sua vita.

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