Il gioco d’azzardo ha oramai invaso il nostro Paese che nel 2016 ha speso quasi 96 miliardi di euro, pari a circa 1600 euro per ogni italiano; cifra che eguaglia i consumi alimentari ed è superiore alle spese per il riscaldamento domestico e alle cure mediche e dentali. Dal 2005 la spesa in azzardo è aumentata del 350% e l’Italia è il primo Paese in Europa in consumo di azzardo con il triste primato di essere un terreno fertile per la sperimentazione di forme sempre più sofisticate e pericolose di azzardo.
Dal settore delle scommesse, lo Stato, complice e promotore della diffusione del consumo d’azzardo iniziata negli anni Novanta e diventata indiscriminata nell’ultimo decennio, ricava circa 9 miliardi di euro all’anno che non sono sufficienti a coprire i costi sociali e le cure sanitarie derivanti da questa patologia, che nel 2011 sono stati stimati tra i 12 e 19 miliardi di euro.
Dietro alla varietà di offerta di slot machine, “gratta e vinci” e lotterie si nasconde l’inferno delle dipendenze patologiche, la rovina di intere famiglie, la perdita della dignità e del lavoro di chi ne è vittima.
Si ritiene che per ogni persona che sviluppa un comportamento di azzardo, almeno altre sette persone vivono una situazione di sofferenza, ben nota ai servizi sociali, a molti parroci e ai numerosi operatori Caritas, che prestano attenzione ai patimenti, alle richieste di aiuto, alla disperazione e sensazione di impotenza di numerose famiglie lacerate psicologicamente e sovra indebitate economicamente.
E non solo. Il mercato lecito dell’azzardo non solo non impedisce alla criminalità di organizzare bische clandestine, ma rappresenta un nuovo e redditizio spazio di penetrazione tramite soprattutto lo sfruttamento dell’azzardo on line, l’introduzione di apparecchi clandestini, la manomissione delle slot machine abbassando ulteriormente la probabilità di vincita del giocatore. Il mercato legale dell’azzardo diventa quindi proprio lo spazio privilegiato attraverso cui le mafie conseguono le loro finalità criminali tra cui il riciclaggio di profitti illeciti.
La Chiesa di Gaeta, di fronte a questo drammatico quadro, non sta a guardare, ma si mobilita per “stare sulla strada”, ascoltare il grido disperato dei molti incappati in questo “cancro del XXI secolo” e offrire un contributo per contenere la vertiginosa diffusione di questa cultura della morte.
Già dagli inizi del 2015 la Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali aveva avviato, attraverso una serie di iniziative, un percorso per promuovere la consapevolezza della gravità dell’azzardo e sensibilizzare le amministrazioni comunali ad emettere regolamenti di contrasto all’uso delle “macchinette e biglietti mangiasoldi”. E dallo scorso giugno è stato creato un Tavolo di Lavoro formato da Caritas Diocesana, Consulta delle Aggregazioni Laicali e l’associazione Libera Presidio Sud Pontino.
Il gruppo di lavoro, che ha già organizzato lo scorso 24 settembre la “Giornata del Buon Gioco” a Formia per sostenere che “L’azzardo non è un gioco” e diffondere la cultura della relazionalità, ha pianificato il suo piano di azione su sei piste:
1. La mappatura del territorio per conoscere i Comuni della diocesi che hanno deliberato atti e regolamenti aventi la finalità di contrasto all’azzardo.
2. Il pressing sulle amministrazioni comunali attraverso richieste di incontri diretti a promuovere l’adesione al Manifesto dei Sindaci contro il gioco d’azzardo e alla Giornata del Buon Gioco, alla promulgazione di regolamenti contro il gioco d’azzardo, alla verifica dello stato di osservanza di eventuali regolamenti deliberati. Le richieste sono state inoltrate a tutti i comuni ricadenti nella Diocesi di Gaeta e al momento si è incontrato il sindaco del Comune di Itri.
3. La formazione specifica sull’azzardo per gli operatori Caritas.
4. La prevenzione diretta agli studenti dei principali istituti scolastici delle città della Diocesi attraverso seminari formativi articolati in tre unità: il fenomeno del gioco d’azzardo; accenni di Inquadramento diagnostico del disturbo da gioco d’azzardo; interventi di prevenzione. Tre istituti al momento hanno accettato la proposta formativa: il liceo scientifico “Fermi” di Gaeta, l’istituto alberghiero “Celletti” di Formia e l’istituto commerciale “Tallini” di Castelforte.
5. L’apertura di un Centro di Ascolto Caritas per il disturbo da gioco d’azzardo, con un servizio di primo intervento e di orientamento.
6. La promozione della consapevolezza della gravità dell’azzardo attraverso la diffusione di brochure, volantini e guide, la divulgazione mediante i mass media, l’organizzazione di specifici convegni e il contatto con le piazze con le Tende del Buon Gioco.
Al Tavolo di Lavoro, che rappresenta una rete solidale di contrasto alle scommesse, ha aderito anche la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno di Gaeta attraverso il suo pastore Davide Malaguerra: è questo un messaggio forte per indicare che certe sfide si affrontano nel “camminare insieme” e che le differenze possono divenire valore aggiunto se orientate al bene dell’uomo.
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