Come era lecito attendersi, tutti i produttori olivicoli, che quest’anno hanno subito danni ingenti per il mancato raccolto, non vedranno nemmeno un centesimo di risarcimento da parte della Regione Lazio. Purtroppo, nemmeno gli agricoltori a titolo principale saranno ristorati dei danni subiti. Questo perché, obtorto collo, la normativa regionale e la procedura per la richiesta danni, eufemisticamente, fa acqua da tutte le parti. Come sindacato, proprio per evitare un simile preannunciato trionfo della burocrazia, siamo stati gli unici a chiedere, da subito, un intervento politico mirato a limitare i danni e propedeutico per un’azione di soccorso rapida e certa. Però siamo in Italia, non in Svizzera e da noi la politica ha sempre qualcosa di kafkiano. In tempi non sospetti, ai nostri brillanti delegati al consiglio regionale del Lazio, incontrati ripetutamente, avevamo chiesto lo stanziamento di fondi per la fornitura, a tutti i colpiti dall’evento calamitoso, di fitofarmaci e quanto necessario per mettere in condizione gli olivicoltori, tutti, compresi quelli che lo fanno a titolo amatoriale e sono più dell’ 80% del totale, di limitare i danni colturali e approssimarsi alla prossima campagna olearia con qualche certezza in più per un buon raccolto. Abbiamo manifestato la nostra disponibilità per studiare forme e modi per definire i dettagli di simile progettualità di soccorso. NESSUNO CI HA ASCOLTATO, abbiamo chiamato e incontrato tutti i consiglieri regionali espressi dal nostro territorio, abbiamo chiesto a gran voce il loro aiuto. NESSUNO CI HA ASCOLTATO. L’amarezza è tanta e la rabbia è ancora maggiore. Questi zelanti burocrati hanno capito che, se l’anno prossimo si verificano le stesse condizioni climatiche di quest’anno, i nostri agricoltori si troveranno a gettare la spugna perché incapaci di affrontare adeguatamente l’emergenza? Questi illustri signori hanno capito che se gli agricoltori gettano la spugna, il degrado eco-territoriale apre scenari inquietanti e il dissesto ambientale porterà danni irreparabili? Questi zelanti pensatori sanno che l’olivicoltura è una risorsa importante per questa terra già privata, anche per colpa di dabbenaggini e scellerataggini politiche, di altre disponibilità? Hanno capito che il clima sta cambiando e che i tempi stanno cambiando? Hanno mai pensato che bisogna intervenire per programmare nuove fattibilità operative e promuovere la formazione dei nuovi agricoltori in una ottica più consona e vicina al mercato globale con una forte attenzione al territorio? Se il buongiorno si vede dal mattino, stiamo messi proprio male. Le distanze tra noi e loro sono sempre più ampie e nette e la nostra criticità sul loro operato è sempre più forte. Così le cose non vanno. Come sindacato ci prepariamo alla resistenza, quella resistenza tanto criticata da Renzi e compagni. Renzi, novello dittatore dello stato libero delle Bananas, nel giro di poche settimane ha ulteriormente gravato gli agricoltori di ulteriori tasse e tagli. L’imu sui terreni e il taglio del gasolio agricolo agevolato, sono due ignominie che come sindacato, e siamo gli unici a farlo in Italia, contestiamo apertamente e fortemente. Gli agricoltori sono alla fame e sono stanchi di subire passivamente sempre e solo soprusi ed angherie. E’ un diritto resistere a simili scempiaggini, è un dovere rivendicare i diritti. La Uimec Frosinone Latina onora gli impegni presi con i propri associati e venderà cara la pelle pur di difendere e salvare il futuro degli agricoltori laziali.