Martedì in tarda mattinata ci siamo parlati per l’ultima volta insieme al Presidente della Provincia Avvocato Della Penna. A margine del Consiglio Provinciale, un incontro senza un tema preciso, commenti sulla situazione Provinciale, il prossimo rinnovo del Consiglio, il passato recente dell’Amministrazione Provinciale fino alla riforma di quell’Ente di cui era stato a lungo Presidente del Consiglio. Mi è apparso in buona forma fisica, allegro e ironico come gli piaceva essere.
Ho citato questi due aspetti della nostra relazione personale perché sono, almeno per me, molto significativi. Avversari politici in tante battaglie ma con un filo di comunicazione che non si è mai interrotto. D’altra parte, non si attraversa un trentennio di vita politica senza lasciare un segno.
A livello cittadino, Sindaco per quattro volte e per tredici anni tra il 1984 e il 2013. A lungo Consigliere e Presidente del Consiglio Provinciale, per due volte Senatore della Repubblica. Aveva un grande amore per il suo territorio, certamente amava Formia. Ciò traspariva costantemente nella sua azione politica e amministrativa, attraverso la quale ha cercato soluzioni e inseguito progetti.
Come chiunque di noi, non sempre è riuscito a fare ciò che desiderava anche per la implicita conflittualità delle problematiche di questa città e di questo territorio. Io sono stato, politicamente parlando, il suo interlocutore principale nella nostra città e anche il suo avversario politico.
Ci siamo scontrati in tante occasioni e non lo abbiamo mai nascosto. Venivamo ambedue dalla prima Repubblica, conosciamo quella regola che permette di restare avversari senza essere mai nemici.
Appena appresa la notizia della morte di Michele, ho provato una profonda sensazione di vuoto, che permane tutt’ora. Forse perché comprendo che si chiude un’era, nella quale insieme siamo stati inevitabilmente coinvolti.
La nostra città è attraversata, da ieri mattina, da un sentimento di dispiacere vero. Capisce che se ne va un protagonista della vita cittadina, che questo è il momento, mettendo da parte le diversità delle posizioni, di tributare a Michele Forte gli onori e il ringraziamento per il suo impegno, per non essere stato indifferente alla cosa pubblica, per aver impegnato la sua vita per una causa giusta.
Non avrei mai pensato di dover essere io a leggere l’orazione funebre per Michele Forte. Ero convinto che, tra qualche anno, ambedue stanchi dell’impegno politico che assorbe energie e ti succhia la vita, ci saremmo incontrati per commentare cosa stava accadendo, ricordando questi periodi, le tante cose fatte e quelle mancate.
Il destino ha deciso diversamente e io sono qui, credetemi con grande emozione, a tributare gli onori a Michele, in questa sede dove abbiamo a lungo battagliato insieme a tanti altri protagonisti della vita politica locale.
Caro Michele, credo sia giusto così: il Palazzo Comunale è stato a lungo la tua casa, è stato importante che tu ci sia stato per un’ultima volta, insieme a tutti noi.
Sandro Bartolomeo
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