Fu costruito in occasione della fine dei lavori del Ponte di Rialto costruito dai Borbone di Spagna in sostituzione del ponte romano sulla Via Appia divenuto impraticabile.
L’Epitaffio recava la scritta che fa riferimento a chi lo fece costruire e al Ponte appena realizzato. Era posizionato all’ingresso occidentale dei borghi di Castellone e Mola.
L’Epitaffio si conservò perfettamente con le originarie strutture fino al 1913 , quando il Soprintendente Filangieri di Napoli con sua nota del 24/1/1913 chiese informazioni al Comune di Formia relativamente a questo monumento.
La risposta del Comune reca la scritta a mano della iscrizione posta sullo stesso monumento.
Fu questo il primo atto per uno spostamento che si rese necessario quando fu completato, intorno al 1925 circa, il secondo tratto di Via Vitruvio dall’attuale Piazza Vittoria al Ponte d Rialto.
Lo spostamento fu quindi di una decina di metri circa e fu eseguito dal costruttore Annibale Grasso che fu liquidato con Lire 14.000 fatte erogare il 5/11/1928 dal Podestà di Formia Comm. Felice Tonetti da poco insediatosi.
Gli ultimi eventi bellici e l’incuria di chi avrebbe dovuto esperire almeno un minimo di manutenzione , ne hanno modificato la fisionomia fino a ridurlo in un rudere inguardabile.
La foto n. 6 ci mostra il monumento appena ripulito dalle erbacce, dai rifiuti e da una fitta vegetazione di edera, da sei volontari dell’associazione Formiana Saxa.
Io stesso che ho partecipato alla ripulitura della manufatto , ho potuto appurare che i lavori eseguiti per il trasferimento del sito non furono fatti a regola d’arte.
Furono sistemati a secco i blocchi originari perimetrali con riempimento di pietrame e malta troppo magra, ciò che ha determinato lo scollamento degli elementi portanti. Gli eventi bellici e l’assenza di manutenzione hanno fatto il resto.
Ho potuto misurare il manufatto che attualmente esprime i seguenti dati :
Lato frontale mt 5,50
Profondità mt 1,90
Altezza mt 3,50
Ora si spera che qualcuno prosegua nell’azione di recupero e di consolidamento di questo monumento al quale si rivolsero per secoli gli sguardi di chi proveniva da ovest per accedere alla nostra Città. Nei suoi pressi esisteva una stazione daziaria.
Un simbolo di Formia che non deve scomparire.
Questo è il messaggio accorato che hanno voluto trasmettere i volontari che lo hanno ripulito.
Raffaele Capolino
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