La videoinchiesta del Corriere: Il “re del pesce” Franco Muto, il boss che controlla il tirreno

Lo chiamano il re del pesce perché per circa 150 km di costa tirrenica non si vende pesce che lui non voglia.
Lui è Franco Muto, tra i capi più potenti della ‘ndrangheta, l’unico che riesce ad avere ramificazioni con la ‘ndrangheta reggina e con la camorra napoletana.
A tracciare un profilo del boss, è una video inchiesta realizzata dal giornalista Antonio Crispino e pubblicata su Corriere.it, che racconta il suo insediamento a Cetraro, nella zona del porto, dove costruisce una pescheria di 350 metri quadrati su demanio senza che il Comune batta ciglio e inizia ad allacciare rapporti con la cosca cosentina dei Pino-Sena, all’epoca dominante nel territorio. Un personaggio che nel tempo è riuscito ad entrare in quasi tutte le attività commerciali della zona. Sotto il controllo di Muto non ci sono solo imprenditori e attività economiche ma anche istituzioni. Ne è il simbolo l’ospedale di Cetraro che per anni è stato utilizzato come “luogo sicuro” per svolgere le riunioni del clan.
Ma anche come sbocco clientelare dove assumere persone a lui vicine. In pratica quasi tutte le attività dovevano rifornirsi di pesce da lui.

Anche se la “competenza territoriale” del clan va dalla Basilicata a Falerna, i camion di Muto arrivano a Pompei, Ercolano, Formia, Gaeta.

Fonte: Corriere.it

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