La scena si apre al pubblico, coinvolgendolo in una progettazione fatta di ospitalità differenti: spettacoli, novità, attività di laboratorio, stage, campus residenziali, eventi per la scuola, progetti speciali.
Miscela di generi e caratteri per un nuovo ciclo che fa di Limosa un luogo di qualità, arte e cultura.
Passaggioalimosa 2014\15 sono tEATRIintransit-o ovvero: di volta in volta, nell’arco dell’anno, scoprirete i tEATRIintransito a Limosa. Perché Limosa è qualcosa in più: una cultura dell’ospitalità che ospita la cultura teatrale.
L’8 novembre, alle ore 20,45, il TEATro PoPoLArE D’ArTE presenta “L’amore con Erode”, dal Diario di Costanza Caglià, di e con Gianna Deidda.
“Costanza Caglià nasce a Trieste il 22 novembre 1924. Si diploma al liceo classico e mentre frequenta l’università è ricoverata in manicomio, prima a Trieste, poi ad Ancona, infine a Firenze, nell’ospedale psichiatrico di San Salvi. A San Salvi, nel 1971, incontra Torello Vannucci, anche lui ricoverato, e nasce fra loro una storia d’amore che durerà fino alla morte di Torello, nel 1988. Dopo il 1978, con l’entrata in vigore della legge Basaglia, Costanza è dimessa da San Salvi e accolta nel “Pensionato per pazienti anziani” di via del Porcellana 30 (uno stabile che tuttora ospita una casa-famiglia e altre strutture d’accoglienza), mentre Torello rimane a San Salvi. Nella notte di capodanno del 1981, una “splendida notte di capodanno piena di luna”, comincia a scrivere un diario sotto forma di lettera d’amore a Torello, da lei chiamato Erode (come Erode il Grande) con lo scopo dichiarato di rivitalizzare attraverso la parola e la scrittura il loro rapporto,un po’ inaridito dalla consuetudine. Il diario, nel 1982, vince il primo premio di un concorso interno all’ospedale di San Salvi per il miglior “Canto d’amore” ed è pubblicato nel 1983 dalla Libreria delle Donne di Firenze, e poi dal CRT nel 2001, anche in seguito alla sua prima messa in scena in teatro da parte dell’attrice Silvia Guidi (1995). Oltre che un fervido discorso d’amore, il diario è il resoconto puntuale della vita di Costanza e Torello e dei loro incontri giorno per giorno, scanditi dalle stagioni e dai piccoli grandi avvenimenti dell’anno: le feste comandate, i compleanni passati a San Salvi o al Pensionato (che Costanza chiama “l’Albergo”) con brindisi e regalini, ma anche le gite a Trespiano, a Montecatini, a Bologna, e le sedute ai caffè cittadini che sono la grande passione di Costanza. È soprattutto il racconto, attraverso lo scorcio di un anno, di una possibilità di vita piena d’amore e di felicità affermata con passione ed entusiasmo, alla faccia dell’istituzione manicomiale, della malattia mentale, della povertà; una vita trasfigurata dalla parola amorosa di Costanza e dal suo sguardo insieme innocente e profondamente consapevole. Ed è quindi un’implicita conferma di ciò che Basaglia sosteneva: «Quello che si deve arrivare a capire è che il valore dell’uomo, sano o malato, normale o anormale, va oltre il valore della salute e della malattia, della normalità e dell’anormalità; che la malattia e l’anormalità, come ogni altra contraddizione umana, possono essere usate come strumento di appropriazione o di alienazione di sé, quindi come strumento di liberazione o di dominio; che ciò che determina il significato e l’evoluzione di ogni azione è il valore che si riconosce all’uomo e l’uso che si vuol farne, da cui si deduce l’uso che si farà della sua salute e della sua malattia, della sua normalità e della sua anormalità; che in base al diverso valore e uso dell’uomo, salute e malattia, normalità e anormalità, acquistano o un valore assoluto (l’una positivo, l’altra negativo) come espressione dell’inclusione del sano e dell’esclusione del malato dalla norma; o un valore relativo in quanto avvenimenti, contraddizioni della vita che si svolge sempre fra salute e malattia, fra norma e abnorme. Se il valore è l’uomo, la salute e la normalità non possono rappresentare la norma dato che la condizione dell’uomo è di essere sano e insieme malato, normale e insieme anormale.» Costanza Caglià è morta l’8 marzo del 1999 ed è sepolta insieme a Bonzino, il “bel pupetto bianco di zucchero” da lei comprato in dolceria nel 1981 per 1200 lire, figlio dell’amore con Erode”.
Il costo dell’ingresso è pari ad euro 10,00. Per prenotazioni contattare il numero 339/3679869.
A seguire, nei prossimi mesi, altre novità in corso d’opera, con gli eventi: r a n s i t – artisti in transit-o a limosa; l’angelodibenjamin – semi in danza; teatrisull’Aia – il teatro per grandi e piccini; ilteatrocomeluogo tra nature e culture; ecomousêion dell’amore; castellinaria – i teatri per la scuola; il laboratoriod’inverno dell’ecomousêion; primaveradeiteatrialborgo – festival dei piccoli borghi; ilmantellodimartino – l’estate in musica di limosa; tracced’argilla – le nuove produzioni di limosa; ilcieloinunastanza – il cinema a limosa; lapolveredeltempo – piccolestorie in camera; teatrottomarzo – dalla parte delle donne; stanze – il teatro in una casa.
Il programma in aggiornamento della stagione è su www.limosateatro.tk.
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