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L’Aquila, una città indimenticabile

Esattamente cinque anni fa, il 6 aprile 2009, alle ore 3:32, dopo diversi mesi di lievi scosse avvertite in tutta la zona dell’aquilano, L’Aquila è stata colpita da un terremoto di magnitudo 5.9 della “Scala Richter”, tra l’8º e il 9º grado di distruzione della Scala Mercalli. Il bilancio finale è stato di 309 vittime ed oltre 1.500 feriti, con un numero elevatissimo di sfollati, circa 65.000. Le immagini trasmesse dalle Tv in quei giorni e per i mesi a seguire hanno fatto il giro del mondo, i danni alle strutture ma soprattutto alle persone che hanno vissuto un evento del genere sono state e sono, tutt’ora, incalcolabili. La città e’ stata toccata nel profondo ed oggi, a cinque anni di distanza, possiamo dire con certezza di non essere smentiti, che nel capoluogo aquilano e’ cambiato ben poco; ci sono cantieri aperti e molte strutture che invece sembrano essere quasi abbandonate a se stesse, adornate solo da puntelli. I fondi promessi dal governo arrivano a singhiozzo e gran parte dei cittadini e’ stata costretta a delocalizzare i propri interessi e le proprie abitudini, che si aggiravano intorno a piazza del Duomo, cuore pulsante della città.

Ragazzi e ragazze da tutte le parti d’Italia hanno avuto modo di conoscere la città da prospettive diverse, prima dell’evento sismico e dopo, proprio perché all’Aquila vi è un polo universitario che attira migliaia di giovani studenti e ancor di più vi è la sede della Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza, che ogni anno forma centinaia di allievi marescialli. Un dolore immenso che in questa giornata ricordiamo con la riproposizione di due francobolli emessi dalle Poste Italiane e due annulli commemorativi che saranno utilizzati proprio nella giornata di domani, a ricordo del triste evento. In particolare, quello relativo alla chiesa di Santa Giusta, si deve alla “Fondazione 6 aprile per la vita – onlus” che, nell’occasione, metterà in vendita una particolare cartolina ricordo per il quinto anniversario del terremoto, che riproduce immagini della chiesa che nel corso dei secoli è stata luogo non solo della vita religiosa ma punto di incontro per dibattere problemi sociali ed economici. L’augurio e’ quello di poter quanto prima veder rinascere la città nello splendore che da sempre la contraddistingue e, come ha detto il Santo Padre mercoledi’ scorso in perfetto dialetto aquilano: “Jemo ‘nnanzi”, che significa ‘andiamo avanti’.

redazione

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