«Era l’aprile scorso quando il sindaco Di Giorgi e gli assessori di allora Cirilli e Tripodi hanno pubblicamente “promesso” un regolamento comunale, per definire nel dettaglio la disciplina del rilascio di permessi ed autorizzazioni per gli impianti a biogas da realizzarsi sul territorio di Latina. Regolamento che sarebbe dovuto essere approvato prima dell’estate ma che ad oggi, dopo quasi un anno, non è ancora stato discusso e redatto».
Così i membri del Comitato No Biogas Latina in merito al problema che li insegue da diversi mesi a questa parte: la costruzione di una centrale biogas in zona chiesuola, a ridosso delle abitazioni e a poche centinaia di metri da una scuola elementare e materna, e tante altre richieste di permessi a costruire in tutta la provincia.
«Nonostante l’altro giorno sia stato discusso in commissione urbanistica, grazie all’intervento del consigliere Giovanni Chiarato, ancora non c’è traccia di una qualsiasi discussione su un regolamento, documento essenziale per poter tutelare il territorio, le sue colture e la salute di tutti i suoi cittadini – continuano dal Comitato – Evidenziamo con rammarico il disinteresse di chi ci amministra, maggioranza ed opposizione indistintamente. Ed è curioso, se non strano, il silenzio assoluto di quei consiglieri comunali del Partito Democratico più zelanti e sempre attivi per le più disparate questioni».
Parole dure che racchiudono tutta la disapprovazione per una politica fintamente sorda e cieca, un modo di amministrare un territorio che lascia intravedere continue lacune da un punto di vista di controllo e tutela. Ragion per cui il Comitato No Biogas Latina chiede la convocazione di un consiglio comunale monotematico chiamando a relazionare le associazioni di categoria, in primis la Coldiretti Latina, la quale ha già pubblicamente espresso la sua contrarietà a questi impianti. Sono necessarie l’adozione del regolamento sulla produzione energetica in zona agricola, una mappatura completa di tutti i progetti di impianti a biogas-biomasse già autorizzati e quelli in fase di analisi, un approfondimento scientifico sui rischi delle centrali a biogas e biomasse.
Ma prima di tutto un confronto pubblico sulla bozza e sugli atti di indirizzo del regolamento aperto a cittadini, associazioni ed aziende.
«Una problematica così delicata e sensibile – concludono i membri del Comitato –non può essere discussa solamente nei Palazzi del potere ma deve essere affrontata sulla pubblica piazza, in modo tale da coinvolgere soprattutto i diretti interessati di queste scelte e decisioni: i cittadini. Il nostro comitato, apolitico e formato esclusivamente da liberi e comuni cittadini, è da sempre a disposizione dell’amministrazione pubblica per confronti e dibattiti su tema così come per la discussione sul “fatidico” regolamento. A tal proposito, facciamo presente a chi di dovere, che i vari professionisti del settore del territorio, alcuni dei quali aderenti anche alla nostra associazione, si sono già adoperati per la redazione di una bozza di regolamento. Bozza che con molto piacere vorremmo mettere sul tavolo politico, ad integrazione o a sostegno di quanto prodotto dalla commissione urbanistica e dai tecnici comunali».
Dopo:
– la sospensiva concessa dal TAR sul parere urbanistico contrario al progetto della centrale a biogas, con inspiegabile mancata opposizione al consiglio di stato;
– la conferma della regione Lazio del parere negativo alla centrale a biogas di Latina Scalo;
– la variante urbanistica di tutela delle zone agricole per Borgo Montello da estendersi all’intero territorio comunale;
– la prossima udienza nel merito al TAR del 21 Maggio 2015 sulla centrale a biogas de La Chiesuola;
– tutte le analisi e le verifiche effettuate nella centrale a biogas di Borgo Santa Maria che hanno riscontrato il superamento dei limiti nelle emissioni;
– le altre centrali a biogas – biomasse in corso e approvate nel comune di Latina anche nell’estate 2014;
– il pericolo dell’incolumità pubblica che viene da incidenti a rischio rilevante che coinvolgono centrali a biogas e biomasse, impianti di trattamento dei rifiuti con diverse vittime anche nel 2014;
– la presenza di impianti nel comune di Latina compreso nell’elenco della direttiva Seveso, quindi soggetti a rischio di incidente rilevante
è urgente e necessario che il comune di Latina riprenda la sua attività di controllo, programmazione e tutela del territorio, prendendo esempio da altri comuni in Italia e in provincia di Latina con appositi regolamenti per la tutela della qualità agricola, dell’ambiente e della salute.
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