Il buon proposito è la speranza di poter ottenere un cambiamento positivo, una prospettiva da raggiungere o realizzare con l’anno nuovo. Ma non sempre ci riusciamo, ecco i segreti che devi conoscere.
Per evolversi e cambiare in meglio la propria vita è giusto che ciascuno faccia delle promesse a sé stesso, sfruttando la fine dell’anno come cesura simbolica, momento opportuno per fare un bilancio e capire come e quanto cambiare per crescere o star meglio.
C’è chi giura a sé stesso che farà più esercizio fisico o mangerà in modo più sano per migliorare la salute e chi si impegna ad acquisire nuove competenze. Poi, c’è chi si prefissa di dedicare più tempo alle proprie passioni, alla famiglia o agli amici. C’è chi si pone come obiettivo imparare a risparmiare denaro o cominciare a investire con criterio… L’inizio dell’anno nuovo porta con sé sempre una lista più o meno lunga di buoni propositi da attuare. Ma come si fa a mantenere un buon proposito?
Esistono delle tecniche consolidate per poter realizzare i buoni propositi. L’idea di base è quella di renderli meno astratti e di organizzare un piano strutturale per far sì che ogni buon proposito possa essere interpretato come un obiettivo concreto, analizzabile e raggiungibile.
Esperti come terapeuti, life coach e mentor suggeriscono differenti strade per poter rendere il “sogno” un obiettivo più facilmente realizzabile. Ma sintetizzando tutti i diversi approcci è comunque possibile dar forma a sistema univoco, fatto di dodici passi utili per accompagnare ogni tipo di obiettivo di inizio anno nuovo verso la sua naturale realizzazione.
Il primo passo fondamentale è quello di saper fissare obiettivi chiari e realistici. Bisogna essere precisi ed evitare dunque gli obiettivi troppo vaghi. Meglio dunque non focalizzarsi su propositi come il “mangiare meglio”, ma pensare subito a qualcosa di più concreto. Come “cominciare a mangiare frutta e verdura ogni giorno e a evitare gli zuccheri”.
Lo step seguente, il secondo, è quello di suddividere l’obiettivo in piccoli passi. Come suggerisce l’approccio scientifico, è meglio suddividere il problema in operazioni minime da risolvere separatamente. Raggiungere piccoli traguardi fornisce al soggetto maggiore motivazione e lo aiuta a migliorare gradualmente. Il terzo passo è quello di crea un piano dettagliato. Può in questo senso essere utile un diario o una lista.
Quarto passo: monitorare i progressi. Quinto passo: trovare un supporto coinvolgendo amici o familiari. Serve insomma qualcuno con cui confidarsi e sfogarsi. Il sesto passo è quello di imparare a premiarsi per i risultati. Per farlo basta stabilire piccole ricompense per ogni traguardo raggiunto. Il settimo passo utile è quello di usare il calendario o note sullo smartphone per inquadrare meglio il buon proposito e tenerlo sempre a mente.
Ottavo consiglio: imparare a prevedere le difficoltà, come tentazioni, ostacoli e impedimenti. In tal senso bisogna capire che commettere un errore non significa fallire. Il nono passo consiste nel creare una routine. Decimo suggerimento: meditare sul proprio obiettivo per provare a visualizzare il successo. Undicesimo passo: fare un check periodico, settimanale o mensile. Dodicesimo passo: domandarsi perché è importante raggiungere il buon proposito. L’autocoscienza è fondamentale! Anche perché, più del raggiungimento dell’obiettivo, in molti casi, il vero premio è l’impegno che il soggetto investe per realizzarlo.
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