Ce ne siamo accorti tutti: la tanto amata tazzina di caffè al bar continua a salire di prezzo. Scopriamo, una volta e per tutte, le cause dei continui aumenti.
I rialzi che hanno colpito l’Italia negli ultimi due anni non hanno risparmiato proprio nessun settore. Persino la nostra tanto amata tazzina di caffè al bar è aumentata e non di poco. Se fino al 2022 in alcune città era ancora possibile gustarsi un caffè al prezzo di 1 euro, ormai questa piccola cifra è solo un ricordo.
Certo i rialzi sul caffè al bar, in termini assoluti, non sono stati pesanti come su altri beni di consumo come, ad esempio, l’olio extra vergine di oliva. Tuttavia anche un aumento di 20 centesimi di euro, giorno dopo giorno, si fa sentire sulle nostre tasche che, ormai, sono sempre più vuote.
Il caffè per noi italiani è un piacere irrinunciabile, una sorta di “filosofia di vita”: lo beviamo al mattino prima ancora di aprire gli occhi e ce ne concediamo diverse tazzine prima che si sia fatta sera ma questi continui aumenti di prezzi potrebbero spingerci a rivedere le nostre abitudini e le conseguenze sul mercato, alla lunga, potrebbero essere devastanti.
Caffè: ecco il vero motivo dei continui aumenti
L’aumento del prezzo del caffè preoccupa e preoccupa non solo l’Italia in quanto i rialzi si stanno registrando in tutto il mondo con conseguenze che potrebbero essere devastanti per l’economia. Ma quali sono le ragioni di questi aumenti così imponenti? A svelarlo è un’agenzia stampa americana.
Stando a quanto riportato da fonti americane, il Brasile – principale produttore ed esportatore di caffè in tutto il mondo – è stato colpito da una forte siccità nei mesi scorsi che ha messo a rischio la produzione. Stessi problemi si sono verificati in Vietnam dove alla siccità hanno fatto seguito forti piogge proprio durante il periodo della raccolta.
Purtroppo la situazione climatica non ha risparmiato neppure altri Paesi che producono ed esportano caffè come la Colombia, la Costa Rica e Honduras. Questo ha inciso profondamente sulla quantità di raccolto che è, ovviamente, calata e, per compensare le perdite i rivenditori hanno dovuto necessariamente aumentare i prezzi. Talvolta non solo i prezzi sono aumentati ma, addirittura, le confezioni di caffè si sono “rimpicciolite”.
Le cause dell’aumento del prezzo del caffè, tuttavia, non sono riconducibili solo a questioni climatiche: anche la politica gioca un ruolo importante. Secondo l’analista di Rabobank Carlos Mera l’aumento è dovuto anche a difficoltà logistiche e di trasporto ma hanno un impatto significativo anche le restrizioni dell’Unione europea sulla deforestazione e l’impatto sul mercato statunitense di eventuali dazi imposti dalla nuova amministrazione Trump.
Pertanto prepariamoci al peggio: nel 2025 una tazzina al bar potrebbe costarci addirittura 2 euro. Il ché, inevitabilmente, ci porterebbe a rivedere le nostre abitudini con un impatto significativo per molte attività commerciali che vedrebbero scemare, di giorno in giorno, i clienti e le vendite.