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Fuori dal Golfo

Le diaspore sono al lavoro: “Disegniamo il futuro dell’Italia nel mondo”

Le diaspore protagoniste della cooperazione allo sviluppo. Ponti tra mondi, capaci come nessuno di decolonizzare l’aiuto, liberandolo da ogni paternalismo. Che propongono alleanze alla pari, mettono radici nei territori e promettono di diventare Forum, spazio aperto e partecipato “collettore di idee ad alto impatto”. Sono le parole, le speranze a anzi molto di più – gli impegni – che hanno segnato a Roma la quarta edizione del Summit nazionale delle diaspore. Al Centro congressi Angelicum, a pochi passi da piazza Venezia, le associazioni e le realtà animate da attivisti e comunità con origini straniere sono tornate a incontrarsi dopo la pandemia di Covid-19. E oggi ci sono nuove sfide, con l’Europa dilaniata dalla guerra in Ucraina o, le crisi all’altro angolo del mondo, come in Perù, dove l’arresto del presidente Pedro Castillo non ha sciolto i nodi politici e continua a dividere. Quello del Summit è però un progetto che guarda avanti, in direzione del Forum, e che costruisce vie possibili. “Draft the Future!”, disegna il futuro, questo lo slogan della nuova fase. A guidarla sono l’associazione culturale Le Reseau e l’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), supportate da realtà istituzionali che provano a fare sistema: la Cooperazione italiana, che nelle diaspore vede il ponte, la diplomazia quotidiana, sociale e profonda che può riportare l’Italia nel mondo.  Ciarlo (AICS): “Dobbiamo decolonizzare l’aiuto”Bisogna decolonizzare l’aiuto e puntare su partnership paritarie, cambiando approccio e riconoscendo appieno il ruolo delle comunità di origine straniere: è l’appello di Emilio Ciarlo, dirigente dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), intervistato a margine del quarto Summit nazionale delle diaspore. Nel colloquio si ricorda un dibattito promosso da Aics con Odile Sankara, artista, attivista e sorella dell’ex presidente del Burkina Faso Thomas Sankara, assassinato nel 1987, figura simbolo dell’anti-colonialismo e del panafricanismo. “Il Summit nazionale delle diaspore è un progetto iconico perché solleva il tema della decolonizzazione dell’aiuto” dice Ciarlo. “Anche la solidarietà può avere alla fine un sapore di paternalismo, che deve essere superato dando vita ad alleanze alla pari”. Secondo il dirigente, responsabile Comunicazione e relazioni istituzionali di Aics, “bisogna tentare di cambiare l’approccio dando sempre più leadership alle associazioni delle comunità di origine straniera e ai loro Paesi di provenienza”. Tra i temi in evidenza il Piano Mattei, iniziativa e visione del fondatore dell’Eni richiamata dal governo di Giorgia Meloni insieme con la promessa di un maggiore impegno con l’Africa. “Il nostro approccio è quello” dice Ciarlo. “Noi siamo una cooperazione dell’ultimo miglio, di prossimità: oggi vogliamo la costruzione di un forum permanente delle diaspore, con un proprio regolamento, un proprio statuto e una propria identità”. Del progetto il dirigente parla come di “una rivoluzione culturale” che rappresenterebbe “un grande passo in avanti”. Progressi sono comunque possibili anche nel breve periodo. Al riguardo, Ciarlo ricorda l’impegno affinché nell’elenco di Aics delle organizzazioni della società civile titolate a realizzare progetti di cooperazione internazionale all’estero figurino realtà espressione di comunità di origine straniera. “Abbiamo avuto una prima iscrizione di associazioni diasporiche”, dice il dirigente, “e contiamo di arrivare almeno a dieci o a 15”. Hart (OIM): “Forum diaspore sia collettore di idee” Il Forum delle diaspore come “un contenitore da riempire di contenuti”, così da essere “un collettore di idee ad alto impatto”: questa la prospettiva del progetto ‘Draft the Future!’ suggerita da Laurence Hart, direttore dell’Ufficio per il Mediterraneo dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim).L’occasione delle dichiarazioni è stata la quarta edizione del Summit nazionale delle diaspore, al Centro congressi Angelicum, a Roma. “Da sempre, come Nazioni Unite, siamo convinti che il coinvolgimento delle associazioni delle diaspore è un’opportunità sia per loro sia per i Paesi che le ospitano” ha detto Hart. “La nuova fase del Summit e il progetto ‘Draft the Future!’ rilanciano un ruolo di protagonismo delle diaspore nelle attività di cooperazione internazionale”. Secondo il direttore, un punto cruciale è oggi la ricerca delle idee. “Questa rete”, ha detto Hart rispetto alle voci del Summit, “è un contenitore e adesso l’obiettivo è costituire un forum nazionale che dia piena attuazione alla legge 125 del 2014”. Insieme con l’associazione culturale Le Reseau, Oim è ente implementatore di Draft the Future!, un progetto sostenuto dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics). Rusconi (Farnesina): “Diaspore sono semi di sviluppo” Le diaspore come semi, senza i quali non c’è vita; e che sono testimonianza del nesso, fondamentale, tra migrazioni e sviluppo: questa la prospettiva suggerita da Marco Riccardo Rusconi, responsabile politiche per l’Africa della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (Dgcs). Il consigliere parla del sostegno della Dgcs al progetto ‘Draft the Future!’. La prospettiva è quella della creazione di un forum delle diaspore in Italia, uno spazio permanente che sia animato dalle associazioni espressione di comunità e attivisti con origini straniere. “Partirei dal nome” esordisce Rusconi: “Il foro per i romani era la piazza, mentre in greco diaspora vuol dire ‘disseminazione’, in un senso positivo perché le piante nascono dai semi e senza semi non c’è vita”. Secondo il consigliere, il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e la sua Dgcs riconoscono la migrazione come “fattore propulsivo per lo sviluppo economico e sociale”. Rusconi continua: “Le diaspore possono aiutare le relazioni dell’Italia con il resto del mondo, anche con Paesi con i quali già abbiamo relazioni importanti e positive”. L’assunto è che le migrazioni sono parte della storia e del presente. “L’Italia è il Paese industrializzato con le diaspore più numerose nel mondo”, dice Rusconi, “e ha una percezione positiva della mobilità umana”. Secondo il consigliere, “oggi bisogna ragionare sui nessi tra migrazione e sviluppo e su come valorizzare al massimo la presenza delle diaspore”. L’obiettivo, in quest’ottica, sarebbe “migliorare anche la situazione nei Paesi di origine attivando circoli virtuosi”. Abara (Reseau): “Diaspore vuol dire partecipazione” Un percorso partecipativo, con le associazioni delle diaspore protagoniste di un nuovo forum, spazio aperto di dialogo per la cooperazione internazionale allo sviluppo: questo l’orizzonte immaginato da Ada Ugo Abara, project assistant dell’associazione Le Reseau, in un’intervista.In primo piano le prospettive offerte dalla legge 125 del 2014 che ha riformato il settore della cooperazione. Uno degli strumenti è il progetto Draft the Future – Towards a Diaspora Forum, realizzato da Le Reseau insieme con l’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim). “Il percorso che ci attende è quello tracciato dalla legge 125 del 2014” dice Abara, relatrice oggi al Quarto summit nazionale delle diaspore, in corso al Centro congressi Angelicum, a Roma. “Questo è un appuntamento importante, che mancava purtroppo da qualche anno” continua la project manager. “Siamo ora alla conclusione di una fase preliminare che porterà al Forum delle diaspore; nei prossimi mesi vedremo concretizzarsi lo sforzo delle associazioni per partecipare più attivamente ai progetti di cooperazione internazionale”. Secondo Abara, “il forum sarà uno spazio aperto, anche se al momento non si sa ancora quale sarà la sua forma giuridica”. Centrale la dimensione della partecipazione. “Questo”, dice la project manager di Le Reseau, “è un percorso partecipativo che vede coinvolte le associazioni delle diaspore sulla base di consultazioni che si stanno tenendo da tempo sulla base di un principio di prossimità territoriale”.

redazione

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