Legalità e solidarietà, il modello welfare di Inps

Roma – Un welfare moderno, che garantisca diritti ma allo stesso tempo sia presidio di giustizia. È l’intreccio di legalità e solidarietà, al centro del dibattito organizzato da Inps questo pomeriggio a palazzo Wedeking a Roma. Un momento di confronto tra istituzioni pubbliche per ripensare un nuovo modello di welfare.   “Legalità e solidarietà non sono ossimori. Sono le parole chiave per ispirare una nuova visione di welfare- ha detto Pasquale Tridico, presidente di Inps- nel 2019 Inps ha messo su una direzione antifrode per contrastare tutte le azioni di frode per far sì che le risorse vadano effettivamente a chi ne ha bisogno. Una politica che non lasci indietro nessuno”.   “In questi due anni l’Italia ha recuperato il Pil che aveva prima della pandemia, e questo grazie allo sforzo straordinario dello Stato. Abbiamo attivato una potenza di fuoco che ha risposto ai bisogni di 16 milioni di persone. Quella risposta solidaristica dello Stato ha mantenuto la legalità- ha aggiunto Tridico- oggi si aprono nuove sfide, sopratutto legate al tema del lavoro. Servono maggiori investimenti per trainare maggiore occupazione, soprattutto dei giovani”.   La viceministra del Lavoro, Maria Teresa Bellucci, ha parlato dello stretto rapporto tra libertà, solidarietà e responsabilità. “Tre valori fondamentali per costruire il bene comune e un welfare che sia all’altezza delle sfide di cui questa nazione ha bisogno. Ma per questo c’è bisogno di redistribuire ricchezza e crearla. E il compito dello Stato è quello di liberare le migliori energie per far sì che le persone in Italia possano stare meglio e avere lavoro. Iniziative come questa di Inps danno l’opportunità di confrontarsi e attuare quelle misure strutturali di cui l’Italia ha disperatamente bisogno”.   “Legalità è welfare, perché è impensabile uno stato sociale senza legalità- ha detto in apertura Vincenzo Caridi, direttore generale Inps- dobbiamo costruire un ‘noi’ corale mettendo in pratica la nostra Costituzione, dove la legalità si fonda sulla corresponsabilità dei cittadini, sulla tutela del bene comune e della democrazia. Dove ognuno di noi può realizzare la sua dignità e libertà di essere umano”. E l’Inps, per il direttore generale, “ha un ruolo nel dare concretezza e spessore ai principi di solidarietà, anche determinando il profilo del welfare moderno. Lo sforzo deve essere da un lato superare la burocrazia, dall’altro utilizzare la tecnologie come il mashing learging per effettuare controlli preventivi e fronteggiare comportamenti illeciti. Grazie a questi sforzi, le entrate dell’Inps sono aumentate del 5.8% rispetto al 2021. Un risultato concreto. Non si tratta di una caccia alle streghe, ma di garantire che le prestazioni vadano a chi ne ha diritto”.   Ad aprire il dibattito, il procuratore generale di Catanzaro Nicola Gratteri, che ha evidenziato un “forte abbassamento morale che ha facilitato le mafie, con ripercussioni anche nel mondo del lavoro. Questo è anche il motivo per cui le mafie non sparano più: perché non ne hanno bisogno, perché stringono direttamente accordi. Anche per questo, abbiamo bisogno di fare controlli e sanzioni, più amministrative che penali”.   Nel corso della tavola rotonda si sono confrontati Danilo Festa, presidente del collegio dei sindaci Inps, Giuseppe Busia, presidente di Anac e l’economista Maria Cecilia Guerra. “Non si può avere solidarietà se non c’è legalità, perché l’illegalità rompe il patto di solidarietà e il senso di riconoscersi come gruppo- ha detto il presidente di Anac- Dobbiamo far sì che le amministrazioni non lascino soli i cittadini e che si realizzi quel vincolo di solidarietà alla base di tutto, cercando di garantire efficienza nella gestione degli appalti e concorrenza tra le imprese. Se vogliamo diffondere la legalità non possiamo lasciare indietro nessuno. Dobbiamo lavorare insieme per ridurre i rischi di corruzione”.

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