Come annunciato già a maggio scorso, Legambiente Lazio – su richiesta e con il supporto del Circolo “Pisco Montano” di Terracina – è intervenuta ad adiuvandum del Comune di Terracina, rappresentato dalla propria Avvocatura Comunale Avv. Martina Iannetti e Avv. Lina Vinci, nel giudizio di impugnazione al TAR del Lazio, sede di Latina, per l’annullamento della determinazione n. G02621 della Regione Lazio relativa al mega-impianto di mitilicoltura davanti alle belle spiagge di Terracina. L’Associazione si è costituita con il patrocinio degli Avvocati del proprio Centro di Azione Giuridica (Ce.A.G.), Avv. Diego Aravini e Avv. Alessia Zittignani, ed ha presenziato alla Camera di Consiglio del 15 dicembre scorso per la discussione della istanza di sospensiva formulata dal Comune di Terracina successivamente alla scadenza del termine di “autosospensione” della determinazione n. G02621 disposta lo scorso 4 maggio dalla Direzione regionale Agricoltura e Sviluppo Rurale, Caccia e Pesca Regione Lazio, con determinazione n. G04574, ai fini dell’approfondimento di alcune criticità evidenziate dal Comune di Terracina nella istanza di riesame presentata lo scorso 28 aprile.
Il TAR del Lazio, sede di Latina, ha pure accolto la eccezione di incompetenza territoriale sollevata dalla Regione Lazio e, conseguentemente, trasmesso il fascicolo al Presidente del TAR di Roma per ogni conseguente decisione sulla stessa.
L’ormai famigerata autorizzazione riguardante l’anticipata occupazione ai fini della sperimentazione e successiva classificazione delle acque, di cui non si ravvisa né il carattere di urgenza né la necessità di procedere alla costruzione dell’intero impianto di 500 mila mq (pari a 80 campi di calcio) per effettuare solo una sperimentazione e classificazione delle acque, genera di fatto un concreto rischio di dare il via alla creazione del primo e in futuro di altri impianti di allevamento di mitili a largo di Terracina e San Felice Circeo proprio a ridosso (poche centinaia di metri) del SIC (Sito di Interesse Comunitario) marino più esteso del Lazio (3740 ettari, 15 km di lunghezza) denominato IT6000013 “Fondali tra Capo Circeo e Terracina”. L’autorizzazione era stata già avallata inizialmente con parere incomprensibilmente favorevole di Valutazione di Incidenza Ambientale rilasciato dalla Direzione Ambiente Area Sistemi Naturali della Regione Lazio. A tale proposito la stessa Regione Lazio, proprio per approfondire il tema dell’impatto del progetto sul contesto ambientale, aveva poi sospeso in autotutela l’efficacia della determinazione n. G02621 del 21/3/2016 affinchè la Direzione competente in materia Ambiente approfondisse i rilievi formulati ma, con nota prot. 367038 dell’11 luglio scorso la Direzione Regionale Infrastrutture Ambiente e Politiche Abitative della Regione Lazio ha inviato nuovi elementi di approfondimento relativi alla Valutazione di Incidenza purtroppo riaffermando, di nuovo incomprensibilmente, il parere positivo già precedentemente espresso.
Ricordiamo che nei fondali del SIC marino davanti a Terracina sono presenti 2450 ettari di Posidonia oceanica, 16 ettari di habitat con Cymodocea nodosa e 3,5 ettari di habitat coralligeno e proprio a protezione di tale ricchezza eco-sistemica la stessa Regione, con Del. Reg. 604 del 3/11/2015 (stranamente non citata nella determinazione autorizzativa!) aveva giustamente ampliato di 360 ettari la perimetrazione del SIC. L’autorizzazione mette quindi pesantemente a rischio questa imponente e prezioso ecosistema marino, ben conosciuto dalla Regione Lazio, non tenendo conto della posizione fortemente contraria già espressa dal Comune di Terracina e dei rilievi di Legambiente.
“Siamo sorpresi dalla ordinanza del TAR di Latina ma confidiamo nel giudizio di merito, e non riusciamo a comprendere cosa abbia portato la Regione Lazio a ribadire il parere positivo di Valutazione di Incidenza ambientale, nonostante le istanze presentate e i pareri inoltrati dal Comune e le nostre osservazioni, e come essa possa non tenere in alcuna considerazione, con riferimento ai criteri individuati dalla letteratura scientifica internazionale in materia, gli impatti generati da un tale mega-impianto ed in particolare: dalle centinaia di enormi corpi morti in calcestruzzo; dall’accumulo di sporcizia e limo di cui si impregnano le migliaia di corde utilizzate; dall’ingente assorbimento di fitoplancton; dal rischio di contaminazione da malattie batteriche e virali, da parassiti e organismi incrostanti; dallo smaltimento dei gusci; sul delicato equilibrio di tutto l’ecosistema, sulle praterie di posidonia oceanica e sugli altri habitat presenti nel SIC, sulle comunità bentoniche sottostanti, sul popolamento ittico e sulle aree di nursery. Oltre al fatto che per sua natura il SIC è una realtà dinamica in continua evoluzione ed i cui confini non possono certo essere fissati per legge essendo l’area dell’impianto posta a poche centinaia di metri dal SIC.” Afferma Gabriele Subiaco Vicepresidente e Responsabile Scientifico del Circolo di Terracina.
Il Circolo Legambiente di Terracina e Legambiente Lazio, fin da aprile scorso, sono sempre stati accanto al Comune di Terracina sostenendone e integrandone tutti i rilievi e la documentazione di tipo ambientale, e Legambiente ad oggi è l’unica forza ambientalista che si è schierata a supporto, non solo con il proprio Centro di Azione Giuridica (con risorse e competenze), ma anche con le proprie analisi e proposte tecniche, inviando a settembre scorso, in risposta ad una richiesta della Regione Lazio (segno di una continua contraddizione della Regione rispetto alla importanza dei SIC marini!), un documento per la valorizzazione e la gestione dei SIC marini contenente una serie di azioni ed interventi integrativi al piano bozza della Regione rivolti alla tutela, alla conservazione e alla valorizzazione degli habitat e delle specie presenti nei due SIC del territorio del nostro Comune (SIC IT6000013 “Fondali tra Capo Circeo e Terracina” e SIC IT6000014 “Fondali tra Terracina e Lago Lungo”.
“La pronuncia del TAR e la pervicacia della Regione Lazio, che continua a produrre pareri positivi di incidenza ambientale a supporto dell’autorizzazione concessa e che, nonostante la legge n.8 del 2016 – il cui Art. 11 “Disposizioni a tutela del valore turistico e culturale della costa laziale” riguardava proprio l’autorizzazione per gli impianti di acquacoltura e mitilicoltura sulla costa laziale, ribadendo la centralità dei Comuni nell’emettere parere tecnico e economico relativamente agli impianti e impegnando la Giunta regionale, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della suddetta legge, a redigere, nelle more dell’attuazione della direttiva 2014/89/UE del Parlamento e del Consiglio del 23 luglio 2014, la pianificazione dello spazio marittimo- non considera in alcun modo le delibere, le istanze di riesame e i pareri di natura ambientale e socio economica espressi dall’Amministrazione di Terracina, tutti fermamente contrari, non ci fanno ben sperare ma restiamo comunque fiduciosi nella pronuncia del TAR di Roma relativa al merito della impugnazione. Continueremo comunque, fiduciosi nella giustizia, a sostenere la battaglia della nostra Amministrazione, del Sindaco e del Consiglio Comunale tutto, e saremo a fianco della Cittadinanza terracinese, predisponendo se sarà necessario anche altre azioni in sede comunale, regionale, nazionale ed europea, per la tutela del nostro mare e delle nostre spiagge e delle preziose attività economiche turistiche e di pesca (blue economy) che ruotano attorno a questo prezioso ecosistema, e che proprio grazie al lavoro della Amministrazione Comunale, degli operatori del settore turistico e della popolazione terracinese ha avuto negli ultimi anni il prestigioso riconoscimento della Bandiera Blu dalla FEE, e che meritano rispetto e tutela da parte della Regione” dichiara Anna Giannetti, Presidente del Circolo Legambiente di Terracina “Pisco Montano”.
“Legambiente in altre situazioni non si è dimostrata contraria in via di principio alla costruzione di impianti di mitilicoltura e itticoltura sulla costa italiana ma va considerato con buon senso l’impatto sull’ecosistema al contorno e la posizione del sito che in questo caso andrebbe a distruggere la bellezza e l’economia di uno dei più bei tratti del litorale del Lazio” ribadisce infine Roberto Scacchi Presidente di Legambiente Lazio.
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