L’antica nobile famiglia Stenbock, conosciuta sin dal medioevo, era di origine svedese e si estinse nel ramo principale. Tra i più antichi rappresentanti troviamo Josse Skytte, che possedeva la tenuta di Ekornarp.
Suo nipote Gustav Olofsson (Stenbock) morì nel 1490 senza discendenti maschi. Sua figlia, Anna, era sposata con il consigliere imperiale Arvid Knutsson. Dalla coppia nacque Olof Arvidsson che prese lo stemma della linea nobile di sua madre, diventando il progenitore della nuova linea Stenbock.
Il nome Stenbock fu iniziato ad usare definitivamente nel 1600 e si riferisce proprio allo stemma (stanbecco) della linea precedente.
Dalla Svezia la famiglia fiorì anche nei paesi Baltici ed in Russia.
Poco conosciuta è la permanenza nel Golfo di Gaeta dei Conti Stenbock. Villa Stenbock, in stile neoclassico, sorse a Gaeta nel 1912 per volere del Conte Sergej Stenbock-Fermor.
Il conte era discendente diretto dei vari grandi personaggi storici di famiglia. Suo avo era Erik Gustafsson, fratello di Caterina Stenbock Regina di Svezia. Un altro suo avo diretto fu Greve Magnus Stenbock feldmaresciallo nella Grande guerra del Nord, eroe Svedese e considerato capistipide dei conti di Stenbock della linea di successione moderna.
Tra gli altri vogliamo ricordare inoltre un altro avo diretto del Conte, Jakob Pontus Stenbock, fondatore di casa Stenbock attuale sede del Governo Estone.
La Villa, oggi all’interno del Villa Irlanda Grand Hotel, pur trovandosi per pochi metri nel territorio comunale di Gaeta insiste nel circondario di Ville e Residenza di Vindicio.
Il complesso presente sorgeva tra le mura ben visibili di una villa romana del I° sec. a.C. appartenuta a Marco Filippo padre dell’Imperatore Ottaviano Augusto .
Il Conte Sergej Stenbock-Fermor nacque a San Pietroburgo nel 1873 dal Conte Alexis e dalla Principessa Margareta Dolgorukov (nata nel 1839). I Dolgorukov, antica stirpe di principi Russi hanno sovente intrecciato rapporti di parentela con i Zar Romanov, e da sempre ne sono legati per incarichi politici.
Il nonno materno del Conte Stenbock, il Principe Sergej Alekseevič Dolgorukov (1809-1891) era cugino di Ekaterina Dolgorukova, moglie morganatica dello Zar Alessandro II di Russia.
Il padre Aleksej Aleksandrovic Stenbok-Fermor, secondo alcuni reseconti dell’epoca, denunciò alla corte dello Zar il compositore Ciaikovskij, già famoso a livello mondiale, per aver importunato suo nipote, appena quattordicenne. Per evitare che la denuncia arrivasse allo Zar, avendo il Conte Stenbok un certo peso ed evitare così uno scandalo che avrebbe distrutto Ciaikovskij ed il suo clan fu presa una decisione tragica.
Ciaikovskij fu spinto da un Grand jury, creato ad-hoc, a bere del veleno per suicidarsi ed evitare così lo scandalo. L’autore dello Schiaccianoci , seguì questo proposito ingerendo un veleno e togliendosi la vita.
Il Conte Sergej Stenbock era Capitano di Reggimento degli Ussari in Italia in quanto diplomatico militare dell’Impero Russo a Roma.
Sposò nel 1909 la napoletana Anna Labriola (figlia di Raffaele) di 25 anni. Ebbero una figlia, Natalia Alexeivna
I Labriola erano una famiglia gentilizia lucana, localizzati nei due paesi di Brienza e Tursi. In quest’ultimo centro è ancora oggi visibile Palazzo Labriola. Da Brienza venivano invece la famiglia che si trasferì a Napoli e che diede i natali, oltre che alla nostra Contessa Stenbock, ad Arturo Labriola (Sindaco di Napoli nel 1918, Deputato e membro dell’assemblea costituente italiana), a Silvano Labriola (Deputato per ben cinque legislature e vice Presidente della Camera nel 1992). Sempre da questa famiglia discendeva Antonio Labriola, filosofo nato a Cassino nel 1843. La madre era imparentata con i nobili De Vio di Gaeta.
La Villa rimase di proprietà della coppia sino al 1924 quando la cedettero ai Di vasta di Gaeta. Il Conte divorziò dalla moglie nel 1928. Si trasferì in Argentina dove si sposò con la Principessa Isolino Maria Lorenza Moreno (nella foto), figlia dell’ambasciatore Argentino in Italia e vedova di un ufficiale Russo, il Principe Toubezkoy. I due si conobbero quindi negli ambienti della diplomazia Russa in Italia. La coppia si stabilì a Buenos Aires, dove il conte morì nel 1947.
Daniele E. Iadicicco
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