Di Gabriella Gelso.
Nella serata di sabato 3 giugno, in occasione dei festeggiamenti dei Santi Patroni di Gaeta, Erasmo e Marciano, tra gli eventi organizzati, spicca, quello culturale, con protagonista, Safiria Leccese, nota giornalista e conduttrice Mediaset, nonché natia proprio della nostra penisola, che ha accettato volentieri di fare tappa a Gaeta, nella Cattedrale, per presentare il suo libro “La Strada dei Miracoli”. Un viaggio, il suo, attraverso storie semplici di mamme e di papà, di nonni e di bambini, di famiglie colpite dalla notte del dolore, che per una misteriosa trama soprannaturale, ritrovano la luce. La giornalista accolta da Don Giuseppe Sparagna, esordisce subito affermando: “questa non è una presentazione come le altre, ho fatto in giro per l’Italia 36 presentazioni di questo libro, questa però ha un sapore diverso perché siamo a casa”. Alla domanda fatta da Don Walter, docente di ecclesiologia nella Pontificia Università Gregoriana di Roma e direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali della diocesi di Roma, su come ha scritto le storie raccolte nel testo, risponde raccontando come è nato tutto: “l’idea non è partita da me, ma dalla casa editrice, in maniera frettolosa, affrettata. Mi arriva una telefonata, dopo la quarta puntata della mia trasmissione, dalla Mondadori Piemme, per chiedermi se avevo interesse ad incontrarli per scrivere questo libro, rispondo che non ho tempo per respirare e se ce l’ho devo andare a casa, ho un bambino piccolo, risentiamoci. Era maggio, ma il tutto si matura a settembre, quando loro si fanno sentire, con più convinzione, accetto […]. Mi hanno dato una sola condizione per fare questo libro, cioè che si chiami come la trasmissione, che è veramente un’attrazione commerciale. Ho detto va bene, però faccio tutto io, scelgo io le storie, le scrivo, invece loro avevano pensato che potessi avere qualcuno vicino per aiutarmi, ma alla fine ho scelto di fare tutto io. Questo libro è stato scritto la notte, in sette settimane, il giorno lavoravo, come tutti e la sera telefonino spento e scrivevo. Dopo tanti anni a raccontare i fatti era bello, la trasmissione me lo aveva fatto assaporare, raccontare le storie, cioè raccontare la vita”.
Il volume raccoglie nove storie, scelte dalla stessa autrice, che parlano di vita vera, dove, persone comuni, come noi, grazie alla Fede, hanno vissuto un evento straordinario, ad un certo punto, qualcosa di eccezionale ha fatto irruzione nella vita dei protagonisti, i quali, afferma la giornalista, si ritrovano a dover scegliere se rimanere arrabbiati con la vita oppure fare un altro pezzo di vita. Safiria Leccese con garbo e delicatezza, ne racconta alcune, tra cui quella di Matteo, che ha portato alla santificazione di Padre Pio. Lo sguardo è di chi se ne è immedesimato, per poterle scrivere al meglio, infatti, ha trascorso molto tempo con i protagonisti, con cui è nata anche un’amicizia che continua tutt’oggi. Quando le viene chiesto, sempre da Don Walter, quale di questi racconti l’ha colpita di più, non esita a raccontare la vicenda di Chiara ed Enrico, una giovane coppia di innamorati come tanti:” […], a un certo punto Chiara ed Enrico si sposano, si sposano ad Assisi e dopo poco tempo Chiara rimane incinta, tutti sono felici, ma quando va a fare la prima visita i medici le dicono che la bambina, Maria Letizia è come se fosse già morta e le consigliano di interrompere la gravidanza, perché non sarebbe arrivata al termine e se lo fosse, alla nascita non sarebbe sopravvissuta. […] Chiara decide di portare avanti la gravidanza e così nasce Maria Letizia, loro chiamano un sacerdote per farla battezzare in ospedale e dopo tre giorni dal parto, Chiara va al funerale della sua bambina con il marito, lei suonava il violino ed Enrico la chitarra. La vita va avanti, arriva una nuova gravidanza, prima visita felici, seconda visita, la stessa cosa della precedente gravidanza […] anche il secondo bambino Davide Giovanni arriva a fine gravidanza e anche lui muore. Allora questa è una storia che può portare luce? No porta solo angoscia. La cosa positiva è il modo in cui l’ha vissuta Chiara, con un affidamento totale al Signore, ovviamente la sua fede era straordinaria. […]. Anche la scelta che ha fatto quando è arrivata la botta per lei. Rimane incinta per la terza volta di Francesco, quando Francesco era nella pancia della mamma già da quattro mesi, Chiara Scopre di avere un tumore alla lingua, […], non decide di non curarsi, ma di ritardare le cure, fino a che non sarebbe nato il bambino e dare la possibilità a Francesco di vivere la sua vita, però quando nasce, per Chiara è tardi. Chiara nonostante tutto questo, per chiunque la incontrava era la luce, molti andavano a casa sua per chiedere consiglio a lei. Quando Chiara se ne va al suo funerale c’erano 8700 persone. Chiara diventerà Santa, perché il Papa ha già avviato le pratiche e chiamato il marito a testimoniare”.
Insomma una grande opera, quella della conduttrice, che vuole essere, prima di tutto, fonte di speranza per chi si trova ad attraversare un momento buio nella vita, un modo per trovare, attraverso la viva voce dei protagonisti, la forza per andare avanti.