Con l’estate che ha toccato il giro di boa cronologico, dal punto di vista dell’intensità degli eventi aggreganti o, comunque, attrattivi, sono in molti a trarre le prime considerazioni, mirando, con ciò, non tanto a recensire in maniera a volte fumosa quanto si è fatto, bensì a trarre le conclusioni per impostare, in occasione dei programmi futuri di tal genere, le linee portanti di una manifestazione che punti a voler raccogliere meritati riscontri e a far divertire, innanzi tutto, che vi prende parte attivamente o come spettatore.
E in questa ottica valutativa un posto di primo piano viene a occupare l’edizione 2019 del calcio tennis, premiata da un successo che, sebbene previsto, non veniva valutato nella misura tanto ampia che le presenze quantitative e l’interesse generale hanno fatto registrare. Si è trattato, come nelle precedenti edizioni, di una manifestazione nata dalla vocazione organizzativa di chi vuole dare un tono sicuramente positivo alla giornata esistenziale di una gioventù che altri spendono nella monotonia della frequentazione di un bar o del rifugio nell’alienante mania dell’andirivieni insulso che vede tanta gente alla ricerca di una ragion d’essere ancorata al volante di un’auto che non ha alcun motivo di mangiarsi chilometri di strada e di carburante senza un obiettivo costruttivo per chi sceglie di esiliarsi nel suo abitacolo. In secondo luogo va pure considerato il fatto che la manifestazione non si è basata sulla presenza di una figura dal forte richiamo pubblico che, tradotto in soldoni, comporta l’esborso di cifre esorbitanti per vedere, poi, il pubblico, restare in maniera passivamente astante.
Giovani, attratti anche dall’acceso agonismo che ne ha caratterizzato le combattive gare, sono stati distolti, per un certo numero di ore al giorno dai pericoli che una guida senza meta significativa e significante porta spesso a percorrere il nastro di asfalto che più di qualche volta si tinge tragicamente del rosso del sangue delle vittime, numeri dolorosi di una escalation statistica di incidenti che fanno male a chi ne resta coinvolto e a quanti hanno rapporti di parentela o di amicizia con i malcapitati protagonisti.
Neppure va dimenticato il piacevole refrigerio che l’evento, collocato nel bel mezzo di una torrida estate, ha fornito a quanti hanno scelto l’isola della mite culla climatica nella significativa cornice della villa comunale “Giovanni Ialongo”.
A questo punto, sembra più che doveroso, evidenziare la favolosa regia di chi ha rappresentato il Demiurgo di questo successo. E stiamo parlando del poliedrico Stefano Petrillo, già allievo dello stellare Antonio Soscia, “The voice” del fascino attrattivo degli eventi locali, novello Ulisse della continua ricerca tesa a conoscere sempre cose nuove e variegate, vocazione che lo ha visto, dopo gli anni della giovinezza esaltati dall’irripetibile esperienza del fascinoso paradiso terrestre di Palmarola, dei viaggi negli angoli più suggestivi della Terra, all’attuale realtà dei Tropici di Santo Domingo, e “figlio d’arte”, stiamo sempre parlando di Stefano, il cui padre è quel Paolo Petrillo che, per oltre un cinquantennio ha segnato la storia del calcio formativo anche e soprattutto per la vita, e non solo di quella, a Itri e in altre realtà sportivamente aggreganti.
Tornando ai dati che connotano l’evento, va ricordato che lo stesso si è svolto in 9 giorni, dal 9 al 17 luglio, e che ha visto la partecipazione di 24 squadre.
La manifestazione si è avvalsa anche del supporto di altre tessere di un mosaico certamente favoloso. Infatti, a partire dai quarti di finale in poi c’è stata l’esibizione della palestra “Nike” e il riconoscimento ai ragazzi under 15 del Basket Itri per aver vinto un torneo in Polonia.
La sera della semifinale si sono esibite le ragazze di “Dance art” e il “Duodeno” (Giuseppe Prisco e Nicola) collocati negli spazi intercorrenti tra una partita e l’altra il cui esito che ha visto imporsi l’Aperol Spruzz di Davide Ialongo e Gianluca De Donatis per 3 set a 2 su Marco Spirito e Davide Saccoccio (Gaja Boys), mentre I compari (Marco Lorello e Vincenzo Carnevale si sono imposti 3 a 1 su i Luna shop di Alessandro Auricchio e Matteo Casaburi. In finale per il terzo e quarto posto i Luna shop hanno vinto per 3-1 contro i Gaja boys e, prima della finalissima, Mario Bianchi (mancano le parole giuste per evidenziarne i meravigliosi tratti artistici e il profondo valore umano) e Stefano Petrillo hanno intrattenuto il pubblico introducendo poi i Zeroflow, freestyler calcistici tra i migliori in Italia che vantano spot tv per serie A Tim ed Euro2020 oltre alla partecipazione alla “Grande bellezza”. La finale ha visto trionfare in rimonta i Compari per 3-2 sull’Aperol Spruzz.
A dare il suggello istituzionale alla manifestazione c’è stata la presenza, sempre gradita, dell’avv. Antonio Fargiorgio, da tutti definito “il sindaco della gente” per il suo tuffarsi in queste manifestazioni che coinvolgono piacevolmente il popolo, primo cittadino di Itri.
Orazio Ruggieri
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