Casa Editrice: Gruppo Albatros Il Filo
Collana: Nuove voci – Imago
Genere: Narrativa storica
Pagine: 106
Prezzo: 9,90 €
Daniel Lunardi racconta la storia romanzata del condottiero spagnolo Hernán Cortés nell’opera “L’oro del folle”; l’autore descrive l’ascesa di un uomo che ha messo tutto sé stesso nel progetto di diventare potente e facoltoso, e che per questo motivo non ha guardato in faccia a nessuno. Hernán Cortés era nobile ma senza sostanze o prestigio, e a neanche diciotto anni aveva già conosciuto l’amaro sapore della disfatta: il suo sogno era di lasciare la Spagna e di partire per quello che ai suoi tempi veniva chiamato il “Nuovo Mondo” ma aveva perduto, a causa di un brutto infortunio, il passaggio che gli era stato promesso su una nave diretta verso tutti i suoi desideri. La fortuna volge di nuovo a suo favore quando, qualche tempo dopo, Cortés riceve la visita di un uomo sconosciuto: «Il mio nome è Alonso Quintero, e l’indomani sarete a bordo della mia nave»; il misterioso figuro gli consegna una lettera e aggiunge sibillinamente: «Noi spagnoli soffriamo di una malattia, un male che solo l’oro può guarire». Durante la traversata, il protagonista avrà modo di vedere un uomo spietato all’azione; Alonso Quintero compie infatti un omicidio sotto i suoi occhi ma il giovane, dopo il primo smarrimento, si rende conto di comprendere le motivazioni dell’uomo: sebbene egli veda il demonio che è, si convince che la crudeltà sia il mezzo necessario per raggiungere i propri scopi. In quel momento viene posto il primo tassello del mosaico che, una volta completato, raffigurerà un Hernán Cortés dal volto impassibile e con gli occhi vuoti di chi ha abbracciato il male per puro egoismo. Daniel Lunardi ci racconta quindi dell’approdo di Cortés nel Nuovo Mondo, della scaltrezza con cui si farà strada nella vita e che lo porterà ad avere una flotta navale e trecento uomini al suo comando. E l’autore, purtroppo, ci narra anche dei massacri compiuti da Cortés, e della sua brama di sangue che si alimenterà dopo ogni conquista – «Quando vide la possibilità di un nuovo mondo di fronte ai propri occhi, colse al volo l’opportunità e strappò via il primo lembo di carne. Era un animale selvaggio sulla preda ignara: la sensazione della carne che viene strappata dall’osso, il piacevole aroma che si fa strada nelle narici. Una volta che il sapore incredibile gli toccò il palato non seppe più controllarsi. Le conclusioni a cui giunse? Che poteva prendere, e prendere, ancora e ancora. Finché non fosse rimasta una sola briciola sul piatto. E lui avrebbe mangiato fino all’ultimo boccone».
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