IL MEET UP M.5.S. di Formia e i meet up M.5.S.del Golfo, nell’esprimere solidarietà agli amici e ai familiari dell’avv. Mario Piccolino, barbaramente ucciso venerdì scorso, si augura che al più presto venga fatta luce sulla triste vicenda e che i responsabili vengano assicurati alla giustizia.
L’assassinio dell’avv. Piccolino è un evento tragico e gravissimo che ci ha profondamente scosso per il suo doppio significato di intimidazione e di impunità. Indipendentemente dal fatto che l’omicidio sia attribuito alla criminalità organizzata o a questioni private, resta un’esecuzione in perfetto stile camorristico che ne ricalca i metodi e indica quanto la “cultura di camorra” si sia saldamente radicata nel nostro territorio.
L’amministrazione ha proclamato il lutto cittadino, convocato un consiglio comunale straordinario, sospeso i festeggiamenti per il Santo Patrono e organizzato una fiaccolata per le vie del centro alla quale molti cittadini hanno partecipato in segno di rispetto e di risposta alla criminale provocazione. Ma molti cittadini, come noi, si sono stancati di essere presi in giro, perché non serve “piangere il morto” dopo che per anni si è fatto finta di non vedere in quale stato di degrado sociale, economico e culturale stavano scivolando la città di Formia e l’intero Golfo. Ci voleva il morto per risvegliare le coscienze?
La gran parte delle responsabilità a nostro avviso è da attribuire alla totale assenza di prevenzione e di azioni efficaci sul territorio da parte dello Stato ma anche alle amministrazioni che nel corso degli ultimi trent’anni si sono alternate alla guida delle nostre regioni, province e città. Trent’anni di politica sostanzialmente omogenea e priva di azioni volte a difendere con efficacia il tessuto sociale già di per sé indebolito dalla corruzione: da una parte una classe politica e imprenditoriale travolta da inchieste e scandali, protagonista di squallidi “salti della quaglia”solo per garantire i propri interessi o, peggio, collusa essa stessa con la criminalità organizzata, dall’altra la schiera degli elettori che hanno continuato a sostenere e foraggiare questo sistema.
Ci chiediamo a cosa è servito istituire l’Osservatorio sulla legalità e criminalità, (nella sola Formia e su sollecitazione nostra e dell’Associazione Caponnetto), se è stato privato della presenza fondamentale di rappresentanti della DDA, del prefetto e dei corpi provinciali di investigazione, quelle stesse figure che ora vengono invocate ad un tavolo istituzionale postumo?
E perché, a distanza di due anni e dopo due solleciti, non abbiamo ancora avuto un riscontro all’interrogazione parlamentare presentata all’indomani delle elezioni amministrative del 2013, sulla criminalità organizzata nel Sud-Pontino, nella quale indicavamo possibili soluzioni immediatamente applicabili? A chi fa comodo questo stato di cose? Solo con la forza e la determinazione dei cittadini onesti e di quanti lottano per la giustizia e la legalità, c’è ancora la possibilità di invertire la rotta e di restituire un futuro al nostro territorio e noi siamo tra questi. Chi ha la responsabilità di non averlo fatto prima, stia in silenzio e si faccia da parte.