Precisiamo da subito che non siamo contro le farmacie comunali né sosteniamo alcun farmacista privato, anzi, in linea di principio, siamo favorevoli ad una ulteriore farmacia, specie se posta in zona decentrata per preservare gli interessi dei cittadini, ma anche la legalità.
Ma è davvero una farmacia comunale?
No è quasi del tutto PRIVATA, gestita da soci privati. Basta sapere che il capitale pubblico è pari solo al 20% (un quinto) mentre il socio privato avrà il restante 80%. Un bell’affare (per il privato ovviamente).
Chi sono i privati proprietari dell’80%?
Degli imprenditori campani. La proprietà, per mezzo di complesse partecipazioni societarie o meglio, scatole cinesi, può essere in ultima analisi ricondotta alla MaGes Srl che ha sede nella città di Cellole in provincia di Caserta.
La Farmacia “Comunale” è stata costituita attraverso un processo trasparente?
No! Se ne parlò solo nel 2014, dopodiché tutto è stato predisposto nel buio più assoluto: non ne erano al corrente né il consiglio comunale né i cittadini. Un esempio per tutti: solo a distanza di mesi dall’istituzione si è scoperto che la sede del consorzio era situata presso il nostro comune di Gaeta. Sic!
I componenti del consorzio: Coifal (socio pubblico), Servizi farmaceutici integrati srl (socio privato) e LazioFarma spa (chi gestisce il tutto) sono esperti del settore farmaceutico?
No, sono per lo più politici o militanti di partiti che non hanno trovato altra poltrona da occupare in altre istituzioni pubbliche o private del territorio.
Da chi è amministrata LazioFarma s.p.a.?
Dal sig. Cristian Leccese che, dopo aver lasciato l’incarico di Vice Sindaco a Gaeta, a suo dire “per ricoprire un prestigioso incarico in Forza Italia”, lo ritroviamo invece sulla sedia di presidente del CDA, e da Francesco Lauretano (vice sindaco di Cellole), che attualmente ricopre la posizione di Amministratore Delegato.
Cristian Leccese poteva ricoprire tale nuovo incarico?
No, perché era passato troppo poco tempo dal momento in cui aveva lasciato la poltrona di vice sindaco a quello in cui poi ha occupato quella di presidente di LazioFarma S.p.a. Su Anac, orientamento n. 11/2015: “Le situazioni di inconferibilità previste nell’art. 7 del d.lgs. 39/2013, nei confronti di coloro che nell’anno o nei due precedenti hanno ricoperto le cariche politiche e gli incarichi ivi indicati, vanno equiparate, ai fini del d.lgs. 39/2013, a coloro che attualmente ricoprono tali ruoli. Pertanto, nel caso in cui il Presidente o Amministratore Delegato di un ente di diritto privato in controllo pubblico da parte di Province, Comuni e loro forme associate, assuma anche l’incarico di Amministratore di un ente di diritto privato in controllo pubblico da parte delle predette amministrazioni, sussiste la causa di inconferibilità prevista dall’art. 7, co. 2, lett. d) del d.lgs. n. 39 del 08/04/2013.” (leggi qui in fondo) In pratica, nel momento in cui egli assunse il nuovo incarico era incompatibile. Avrebbe dovuto dimettersi dall’incarico pubblico (come fece), ma attendere 2 anni prima di poter assumere l’incarico alla partecipata.
In tutta questa operazione è stata rispettata la legge sulla trasparenza?
No, in quanto sui siti ufficiali del Coifal e di LazioFarma Spa ci sono solo informazioni parziali, mancano infatti i curricula vitae e le dichiarazioni dei redditi che invece devono essere visibili obbligatoriamente ai sensi della normativa d.lgs. n. 33/2013
LazioFarma ha rispettato il diritto alla concorrenza?
No, secondo L’Agcom (l’autorità garante per la concorrenza del mercato) che scrive: “la Laziofarma S.p.A. è una società dove il privato detiene una quota di capitale maggioritaria (80% delle quote di proprietà di Servizi Farmaceutici Srl) rispetto al pubblico (20% delle quote di proprietà del Consorzio Intercomunale Coifal) che andrebbe a ledere il diritto alla libera concorrenza di terzi, in quanto la gestione delle varie farmacie comunali avviene con affidamenti diretti senza una gara”. Negativo anche il parere dell’Antitrust “Violato il diritto alla concorrenza. Necessaria gara pubblica all’interno del bollettino numero del 14 marzo scorso (da pagina 21, ndr), avendo esercitato il diritto di prelazione ex art. 9 della legge n. 475/1968”.
Il Coifal e LazioFarma hanno la certificazione antimafia?
Boh! Cercasi Trasparenza!
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In pratica si utilizza in maniera strumentale e subdola la necessità di una farmacia nel quartiere Piaja per giustificare gli interessi privati e la collocazione di poltrone politiche senza merito. Si poteva avere una farmacia comunale seguendo regole e trasparenza, magari coinvolgendo anche gli imprenditori locali, ma evidentemente non conveniva a questa amministrazione comunale, che oggi mostra addirittura un pubblico vittimismo.
Nel contempo, per aver raccontato ai cittadini lo stato dei fatti, ossia la verità, il gruppo comunicazione Meetup Gaeta 5 stelle è stato oggetto di intimidazioni, avendo subito minaccia di querela.
Ma noi non possiamo accettare quanto accaduto né che i cittadini subiscano passivamente ingiustizie e malversazioni, né che restino disinformati e indifferenti. La politica in primis deve dare tutt’altro esempio, iniziando dalla trasparenza e dalla legalità, veri e propri miraggi in questa “città delle meraviglie”, purtroppo governata con arroganza e soprusi!
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