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Malasanità pontina: 2milioni e 700mila euro di risarcimenti

In arrivo 2milioni e 700mila per 6 pontini fra Cisterna, Sezze, Latina, Pontinia, Formia e Sabaudia.
Ci sono voluti complessivamente 266 anni di ritardi prima di essere risarciti.
Finalmente, fra novembre 2020-gennaio 2021, una donna e 4 uomini in vita e uno deceduto (o meglio i suoi eredi) sono stati e saranno pagati dallo Stato italiano condannato dal tribunale e dalla corte di appello di Roma a risarcimenti per la cd. “Epidemia silenziosa del sangue infetto”.
Tra il 1972 e il 1982i sei pontini sono stati infettati da emotrasfusioni contaminate dal virus dell’epatite B e C durante ricoveri presso gli ospedali di Cori, Latina, Formia e un ospedale del nord.
Una tragedia umana, sociale e sanitaria pontina che unisce fra loro persone che non si sono mai conosciute ne’ incontrate nel decennio dei loro ricoveri degli anni ‘72 e ‘82, ricompreso a sua volta nel trentennio più drammatico della sanità italiana (metà degli anni ‘60 – ‘90).
L’avvocato Renato Mattarelli che assiste i sei pontini e in un caso gli eredi di uno di loro (deceduto recentemente), ha concluso con il Ministero della Salute, condannato a risarcimenti per circa 3milioni, accordi transattivi con una riduzione parziale del credito per complessivi 2milioni e 700mila, di cui 800mila pagati nella prima settimana di novembre.
“E’ stata una scelta difficile quella di consigliare ai propri assistiti di accettare un pagamento ridotto del 5-8 %…” ha commentato l’avvocato Mattarelli “ma anche l’unica praticabile considerando i tempi biblici con cui lo Stato provvede spontaneamente al pagamento delle sentenze di condanna del Ministero della Salute per danni da trasfusioni di sangue infetto…”.
La tragedia dei 6 pontini, danneggiati irreversibilmente da virus patogeni (prevalentemente dall’HCV responsabile dell’epatite C) è maturata, fra gli altri, a distanza di decenni dagli anni ‘70-‘80 e in ospedali di fatto dismessi come quello di Cori e Sezze.
Questo ha creato notevoli difficoltànella ricerca processualedelle schede trasfusionali e delle stesse cartelle cliniche necessarie per la verifica della genuinità o meno del sangue trasfuso.
Purtroppo quella dei 6 pontini è solo una piccola parte delle decine di migliaia di danneggiati in Italia da trasfusioni di sangue infetto nel periodo ricompreso fra metà degli anni ‘60-‘90.
Sono infatti centinaia le cause di risarcimento promosse dall’avvocato Mattarelli attualmentein corso in Italia o concluse con una sentenza di condanna dello Stato a risarcimenti per contagi e decessi post-trasfusionali.
Molte di queste risguardano la responsabilità del Ministero della Salute per non aver vigilato nelle fasi della raccolta, conservazione e somministrazione di sangue per uso terapeutico degli ospedali di Latina e provincia.

redazione

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