E’ successo di tutto. In mare, sulla battigia, sulla duna litoranea, sulla regionale Flacca, sulle strade che collegano l’entroterra della Piana di Fondi e di Itri al litorale di Ulisse. E’ la cronaca, per titoli, dell’inclemenza climatica che ha scatenato un autentico terrore tra chi si trovava al mare, nel pomeriggio di ieri, e chi stava veicolando tra Gaeta e la porte di Terracina. Tutta colpa di un vento spaventosamente travolgente che ha fatto letteralmente volare lettini da spiaggia, gettandoli in mare; ha sradicato
ombrelloni e, per due casi, spezzato alla base la loro posizionatura; ha rotto, come nel caso di Sperlonga alta, il vetro di un locale pubblico; ha gettato a terra rami di alberi; ha sollevato sulla spiaggia un impressionante polverone di sabbia come quello che ricorda il movimento dei carri armati nel deserto iracheno. La bufera si è scatenata all’improvviso anche se i neri nuvoloni che roteavano, da qualche minuto, nel cielo non lasciavano intendere nulla di buono. E così è iniziato il finimondo ma, soprattutto, si è diffuso il panico collettivo.
La gente correva a proteggersi nei locali chiusi; le mamme, in preda al parossismo, sono corse in acqua a richiamare i figlioletti che, per la loro età, vedevano nel fenomeno atmosferico, un motivo di divertimento.
I bagnini e gli operatori sul gommone della cooperativa “Emarilù”, coordinati in prima persona dal responsabile
tecnico, Federico Virgilio, hanno recuperato in acqua e consegnato ai genitori terrorizzati decine di bambini sui sei chilometri di litorale sperlongano dove hanno competenza per la sicurezza dentro e fuori il mare. Massima allerta a quanto stava succedendo è stata prestata da Carabinieri, Polizia, Polstrada, Vigili del Fuoco e Guardia Costiera.
Impossibile una prima conta dei danni. Ha confortato tutti la certezza che, a parte contusioni, ematomi e tagli superficiali, nessun codice rosso sia derivato da un pomeriggio di travolgente bufera di vento di mezza estate.