di Ilaria Presutto
Da giugno scorso il Golfo di Gaeta è afflitto da un grandissimo handicap: la mancanza d’acqua che ha cause da ricercare a livello nazionale.
La situazione è, difatti, sempre più critica in Italia, con diverse regioni costrette a prendere provvedimenti per la razionalizzazione e alcune, addirittura, in stato di emergenza.
Le cause della mancanza d’acqua sono di vario tipo: una di queste è di sicuro la carenza di precipitazioni dalla primavera 2017, circa il 50% in meno rispetto al normale, fino all’autunno poco piovoso in corso, che ha messo in pericolo le risorse idriche a nostra disposizione.
Un’ulteriore causa dell’insufficienza sono le perdite d’acqua che si verificano nel percorso dalla sorgente ai rubinetti degli italiani. I dati Istat ci rivelano che circa il 40% dell’acqua prelevata alla sorgente viene dispersa dagli acquedotti. Nel restante del percorso, che vede fine nelle case degli italiani, si perdono in media, solamente nella provincia di Latina, intorno agli 86 milioni di metri cubi ogni anno.
Sono in stato di allerta molte sorgenti alle quali gli italiani attingevano, a partire dal nord Italia fino al Golfo nel basso Lazio ed estese anche al sud.
Le conseguenze sono svariate a partire dalla diffusione di incendi, soprattutto nelle zone boschive a causa delle vegetazioni secche. Il Lazio è tra le regioni maggiormente a rischio, come abbiamo potuto notare nel corso di questa estate nelle zone del golfo, scenario di incendi molto frequenti.
Le conseguenze più banali, ma che colpiscono gli italiani nelle proprie case, sono molteplici a partire dai disagi legati all’impossibilità di lavarsi in orari che non siano quelli nei quali l’acqua, seppur in misere quantità, arriva ai rubinetti dei consumatori.
Numerosi sono gli interventi da parte degli enti addetti, nel tentativo di stabilizzare il flusso idrico in ogni zona.
La speranza per il prossimo futuro è che possano esserci precipitazioni molto frequenti e diffuse che vadano a rifocillare le sorgenti sotterranee alle quali potremo ricominciare ad accingere.