Genere: Raccolta di racconti
Pagine: 108
Prezzo: 8,32 €
Codice ISBN: 9798857430507
«Sono convinta che nel mio sangue, oltre a globuli rossi, bianchi, piastrine, plasma, scorra una dose di albumina che amo chiamare in latino “Diligentia”, in italiano puntualità, che mi è stata quindi donata dai miei genitori sin dalla nascita. Una puntualità innata contro cui non c’è nulla da fare perché il mondo si divide in puntuali e ritardatari e mai nessuno, durante la vita, passa da una categoria all’altra. L’idea di arrivare in ritardo non mi ha mai minimamente sfiorata e sono talmente abituata a calcolare tempi e modalità di spostamento per arrivare in tempo che queste tabelle mentali, stampate in testa come fogli di calcolo Excel, le applico anche con le persone ritardatarie ben sapendo che le dovrò aspettare. Questo mio atteggiamento mi inquieta perché non presuppone nessun tipo di cambiamento del mio essere, quindi non mi adeguo alle mutazioni, non mi trasformo, non mi adatto ma rimango invariata nella mia inflessibile puntualità come se tutti fossero e si comportassero come me: puntuali sino alla morte!»: sono parole tratte dal racconto “La puntualità è innata”, contenuto nella raccolta “Maniaca seriale. La soddisfazione di complicarsi la vita” di Laura Malaterra. L’autrice presenta quaranta storie in cui si racconta nelle sue manie e nelle sue piccole ossessioni; si va, quindi, dal pallino per la puntualità alla sua necessità di mettere i feltrini sotto ogni gamba di sedia, dal terrore irrazionale per i “famelici” acari della polvere al suo organizzatissimo cassetto in cui ripone tutto ciò che può servire ad aggiustare il suo mondo, il quale ha anche un nome: l’Essenziale. Laura Malaterra non si risparmia e confessa molte delle sue eccentricità; deve essere liberatorio accettare e ridere delle manie che di solito, invece, nascondiamo per paura del giudizio. L’autrice le ha intelligentemente usate per raccontare come si svolge una parte della sua quotidianità, scandita da buffe paure come quella provata per l’inevitabile decadenza della saponetta che, incurante di lei, diventa ogni giorno più molla, perdendo la sua forma. C’è molta autoironia in questi racconti, c’è accettazione di ciò che si è davvero, nelle proprie luci, nelle proprie ombre e nelle proprie bizzarre sfumature di colore. È un insegnamento importante quello che ci offre l’autrice in quest’opera che intrattiene e che rassicura, perché è bello sapere di non essere soli, e di non essere sbagliati solo perché si parla con le piante, o si dissemina la casa di bigliettini per non dimenticare niente, e per avere l’illusorio controllo della propria vita.
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