L’ex Colonia di Donato continua ad essere sotto sequestro giudiziario e a essere inibita ai cittadini. Una struttura di valore immenso, su cui sono stati compiuti investimenti di milioni di euro pubblici, è sospesa in un limbo di abbandono e di scandali.
Al netto delle responsabilità giudiziarie, quelle politiche sono chiare, e sono interamente situate nella decisione di alienare la struttura dal patrimonio comunale in favore dell’ex IPAB. Questa decisione fu presa su chiaro indirizzo dell’allora Assessore regionale Aldo Forte, e con il placet di tutte le componenti del centro destra che governavano Formia nel 2010, e vorrebbero farlo di nuovo, anche se alcuni nel frattempo si sono riciclati in qualche lista civica, mentre lo stesso Forte dall’UDC è passato alla Lega Nord – con Salvini.
Dopo una battaglia legale e politica lunga dieci anni, le amministrazioni progressiste erano riuscite ad acquisire sia il giardino che l’immobile dal Comune di Roma e dalla Regione, e ad avviare le prime ristrutturazioni. Furono impegnate centinaia di migliaia di euro per rendere accessibile una parte dell’immobile, che infatti fu destinata ad attività diverse, sia amministrative che ricreative.
La decisione di alienare la struttura e di affidare la sua ristrutturazione all’ex IPAB, con il progetto di realizzarvi un improbabile ostello per i figli degli emigrati italiani all’estero, è stata un completo fallimento, ha prodotto la chiusura della struttura, un contenzioso penale su mancati pagamenti alle aziende impegnate nei lavori, e oggi rischia di pregiudicare il futuro non solo dell’ex Colonia, ma di tutto il quartiere di Castellone e della città.
Fermo restando che l’azione della magistratura deve proseguire in totale autonomia e serenità, c’è l’esigenza ormai irrimandabile di riacquisire la struttura e ridargli un futuro. L’accordo per l’alienazione della struttura prevedeva, in caso di ritardi e mancato rispetto degli impegni, il ritorno dell’ex colonia a patrimonio comunale. Una buona parte dei finanziamenti individuati per la struttura sono ancora disponibili, e noi riteniamo che la destinazione finale vada rivista rispetto alle esigenze socio-ricreative della città. In questa partita, siamo con la Regione Lazio, e siamo disponibili a fare la nostra parte, fermo restando la necessità di recuperare la maggior parte delle risorse per poter gestire l’immobile.
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