Parte da Gaeta per emozionare l’Italia, una bella storia all’insegna dell’Arte. Marco Coianiz, artista gaetano, è stato selezionato da Vittorio Sgarbi per esporre nella Mostra “Il Museo dei Folli” ospitata nel Castello di Ursino a Catania, dal 22 aprile al 23 ottobre 2016.
“Una notizia che inorgoglisce la città di Gaeta – afferma il Sindaco Cosmo Mitrano – ma che regala emozioni ancora più forti quando si scopre che Marco è abilmente diverso e nell’Arte, in particolare nel disegno, trova la sua dimensione di vita più vera. Sapevo che la nostra città fosse ricca di talenti e preziose risorse umane, ma sono felice di constatarne sempre più l’alto profilo e valore. Auguro a Marco di proseguire nel suo percorso artistico, esprimendosi sempre con quella passione che lo rende unico”.
Marco Coianiz è un uomo felice, sereno ed “abilmente diverso”, è definito dalla scienza come un adulto bambino. La sua è una vita scandita dalle abitudini, priva di noia.
Marco comunica spesso ponendo questioni apparentemente banali: Chi sei? Sei felice? lasciando chiunque spiazzato…
La passione che Marco ha per il disegno, lo ha portato a produrre una mole incredibile di lavori su carta. Spinto da impulsi creativi puri ed autentici, privi dalla contaminazione del giudizio altrui, crea interessanti elaborazioni grafiche istintive, dove domina il cerchio (che Marco chiama “gnocco”), elemento geometrico chiuso e senza spigoli, simbolo dello spirito e dell’immortalità dell’anima, in un ritmo frenetico, senza destare il minimo sospetto nelle mani inconsapevoli dell’artista. Ha esposto in diverse città italiane le sue opere…. senza esserne consapevole. Nel febbraio scorso il Circolo Arci l’Ortaccio di Vicopisano ha ospitato la sua mostra personale.
A Catania sarà esposta una sua opera intitolata “Affattaio”, ed il quadro “Marco Coianiz” realizzato dall’artista Glanni Lucchesi, partendo da un disegno di Marco.
Il “Museo della Follia” nasce da un’idea di Vittorio Sgarbi ed è realizzato da Giovanni Lettini, Sara Pallavicini, Stefano Morelli e Cesare Inzerillo. L’esposizione mette insieme oli, sculture e disegni di Antonio Ligabue; dipinti e collage del pittore contadino Pietro Ghizzardi; sculture di Cesare Inzerillo e centinaia di opere sulla pazzia create dal 1600 a oggi. In mostra anche documenti: la storia della Legge 180, una sorta di Wunderkammer dell’alienazione che espone camicie di forza, apparecchi per l’elettroshock, apribocca, medicine, ritratti di pazienti psichiatrici, l’inchiesta del Senato sugli ospedali psichiatrici giudiziari e documentari Rai.
Il Museo dei Folli è una coproduzione Comune di Catania, Centro Studi & Archivio Ligabue di Parma presieduto da Augusto Agosta Tota, Fenice – Company Ideas e vede il patrocinio del Mibact (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo).
“Un repertorio, senza proclami, senza manifesti, senza denunce. Uomini e donne come noi, sfortunati, umiliati, isolati. E ancora vivi nella incredula disperazione dei loro sguardi. Condannati senza colpa, incriminati senza reati per il solo destino di essere diversi, cioè individui. Inzerillo dà la traccia, evoca inevitabilmente Sigmund Freud e Michel Foucault, e apre la strada a un inedito riconoscimento, a una poesia della follia che muove i giovani in questa impresa. Sara Pallavicini, Giovanni Lettini e Stefano Morelli. Determinati, liberi, folli. Ed ecco il loro museo. [..] Nella storia dell’arte, anche prima dei casi clamorosi di Van Gogh e di Ligabue, molti sono gli artisti la cui mente è attraversata dal turbamento, che si esprimono in una lingua visionaria e allucinata. Ognuno di loro ha una storia, una dimensione che non si misura con la realtà, ma con il sogno. E quel sogno, con piena soddisfazione, oltre ogni tormento, rappresenta” ha dichiarato Vittorio Sgarbi.