Mensa scolastica a Gaeta. Passerino:”un modello insostenibile”

Proprio in questi giorni si discute in Parlamento un Disegno di legge sulla ristorazione collettiva, di cui parte fondamentale riguarda la refezione scolastica.
La mensa non ha solo funzione di amalgama sociale e di equa condivisione, ma anche di trasmissione delle tradizioni e un motore per l’economia territoriale e per le numerose piccole aziende e attività che rischiano quotidianamente di essere spazzate via dal contesto economico.
Invece la gravità con cui l’amministrazione ha gestito negli ultimi anni il tema ha raggiunto un livello tale da compromettere la procedura di affidamento del servizio, sia, nella sostanza, la fiducia che i cittadini hanno riposto nell’offerta.
Dalla scadenza dell’ultimo appalto, oramai a maggio 2015, ad oggi l’amministrazione rinnova di volta in volta il servizio, con proroghe e affidamenti diretti sotto soglia, mese dopo mese, al fornitore precedente.
Dalla scadenza dell’appalto ad oggi ha speso una cifra pari a circa 315 mila euro, in parte coperti dalle tariffe pagate dai cittadini mediante i buoni pasto, ignorando le regole della trasparenza, ma soprattutto trattando tale servizio al pari di una fornitura di luci decorative o di piante ornamentali.
A marzo 2015 l’amministrazione aveva approvato e poi pubblicato un bando di gara per l’affidamento del servizio di refezione scolastica ma dalla nomina della commissione a luglio 2015 ad oggi non ci sono evidenze sull’esito della procedura.
Al di là di problemi tecnici che possono essere sorti nel corso della valutazione, è quantomai deprecabile e intollerabile che la l’amministrazione camuffi con le motivazione legata all’”urgenza” o alla “necessità di garantire il regolare andamento delle attività scolastiche” proprie inefficienze, errate considerazioni, incapacità di programmazione a lungo periodo e di gestione e soprattutto incapacità di valutazione dell’impatto che alcune scelte rispetto ad altre hanno sulla comunità, sulla fascia più debole e da tutelare che sono i bambini.
Non bastano le dichiarazioni di intenti circa la volontà dell’amministrazione puntualmente disattese all’interno di una determina, di un bando, di un capitolato d’appalto o di un contratto.
Non sono sufficienti i richiami a norme e regole se rimangono lettera morta, a criteri ambientali minimi piuttosto che a percentuali di biologico, locale, tipico, se ciò non è adeguatamente articolato in un capitolato tecnico, se l’assegnazione si traduce nel peso preponderante e decisivo del criterio economico e la qualità rimane citata più volte, ma di fatto è un valore secondario.
L’amministrazione locale oggi è chiamata ad avere almeno una strategia, a pianificare; non avere visione e lungimiranza, non contribuire a qualificare il mercato e innalzare il livello di offerta è un’occasione mancata per cambiare passo.
Qui si è andati oltre e a pagarne le spese sono i bambini, le famiglie, la collettività.
Per tale ragione, caro Sindaco la comunità chiede e si aspetta trasparenza e qualità, tradotti quindi in un servizio stabile e soprattutto un’offerta selezionata secondo criteri di qualità, condivisi il più possibile con i cittadini, e non nei termini di marginalità di guadagno.
Forse si potrebbe anche cogliere l’opportunità con un po’ di coraggio per fare un timido passo avanti e rivoluzionare, sperimentare, innovare, cambiare un modo di fare e di essere.
Luigi Passerino, Candidato Sindaco coalizione Obiettivo comune
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